A Natale ho ricevuto da Pier Maria Furlan questo messaggio:
Caro Maurizio,
mi scuso per il silenzio e per la notizia a Natale.
Sono colpito da adenocarcinoma del pancreas e ne ho per poco.
Un caro abbraccio e fate un grande congresso. Salvate una psichiatra psicodinamica devastata dal DSM, dalla entomologica sezione della sofferenza, dalla irrispettosa massificazione.
Un caro abbraccio, Pier Maria
Nell’ultima telefonata di pochi giorni fa Pier Maria, per gli amici Pim, mi ha ribadito il messaggio: utilizzate il Congresso Internazionale dell’ISPS del settembre ‘22, che Pim ci stava aiutando ad organizzare a Perugia, per salvare i pazienti vittime della “entomologica sezione della sofferenza”. L’ISPS (International Society for Psychological and Social Approaches to Psychosis), è una società fondata da Gaetano Benedetti e Christian Mueller negli anni ‘50, per umanizzare il trattamento delle persone sofferenti di psicosi. Pier Maria Furlan aveva organizzato insieme a Gaetano Benedetti il IX congresso internazionale dell’ISPS a Torino. Dei 21 congressi internazionali dell’ISPS (che si svolgono sin dagli anni ‘50) quello di Torino registrò il maggior numero di partecipanti, ben 1200. Era il 1988, allora lavoravo a Basilea con Gaetano Benedetti con l’aiuto di una borsa di studio che avevo vinto grazie a Pier Maria Furlan. Lo avevo conosciuto a Roma proprio durante il concorso per la borsa. Dopo aver letto il mio tema su sogno e psicosi mi volle incontrare e ottenni la borsa. Più avanti mi invitò varie volte ai congressi che organizzava con grande successo a Torino ed in tutta Italia quando era professore di psichiatria, preside della facoltà di medicina e presidente della Società Italiana di Psicoterapia Medica.
Per alcuni anni insegnai presso il master universitario in Arte terapia che aveva organizzato nell’Università di Torino. Ero spesso suo ospite in quel periodo e ricordo con grande piacere la sua bonaria autoironia piena di intelligenza e lucidità intellettuale.
Pier Maria Furlan è anche stato il primo presidente della scuola di Psicoterapia Psicoanalitica Esistenziale Gaetano Benedetti di Assisi ed era socio onorario della sezione italiana dell’ISPS.
Ho un ricordo vivido di Pier Maria che sintetizza la sua persona ed il nostro rapporto. Eravamo nell’ottobre del 2000 e aveva organizzato il 42° congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria. Il giorno prima del congresso Torino era irraggiungibile a causa di alluvioni ininterrotti, il Po’ minacciava di esondare. Un gruppo di pazienti provenienti dalla Sicilia per tenere un lavoro teatrale aveva avventurosamente raggiunto l’aeroporto di Torino ma l’alloggio offerto dal congresso era al di là del Po’. Era sera inoltrata, pioveva violentemente, il gruppo di pazienti ed operatori erano da un lato del Po’. Pim ed io eravamo dall’altro lato. Arrivammo in mezzo al ponte con un inutile ombrello strapazzato da raffiche furiose di vento e pioggia. La polizia ci sbarrò il passaggio. Sul ponte Pim mi sembrava il comandante di una barca che affondava inesorabilmente. L’acqua ci investiva da ogni lato e lui urlava con veemenza impetuosa contro le guardie affinché ci lasciassero passare per raggiungere i pazienti ma le guardie non vollero saperne. Cercava di evitare il disagio per i pazienti che aveva invitato e lottava con tutte le forze per proteggerli. Voleva passare al di là del ponte per contattare e confortare le persone sofferenti, cercava di superare gli ostacoli tra noi e loro, urlando come un ossesso. In quel momento la sua pacata immagine di professore lasciava il posto all’anima sessantottina che aveva rivelato in una sua recente intervista a Repubblica:
“ricordo di aver assistito nel ’68 a due lezioni, una di Basaglia e una di Pasolini su potere e università: ne ero rimasto affascinato. Sono diventato “sessantottino” quando ho poi chiuso l’ospedale psichiatrico di Collegno“.
Pim ricorderò per sempre i tuoi sforzi generosi e appassionati per raggiungere l’altro che soffre e anche se ora sei al di là del fiume, continuerò a seguire l’esempio di ciò che senza parole mi hai insegnato su quel ponte. Per me la tua più bella lezione Pim.
Un abbraccio,
Maurizio
Sono molto dispiaciuto della scomparsa di Pier Maria Furlan. L’ho conosciuto nel 1977 quando ho cominciato a frequentare regolarmente i congressi della Società di Psicoterapia Medica insieme a Sergio Calabrò. Una consuetudine durata fino alla fine degli anni 90. Successivamente l’ho incontrato ogni tanto in occasioni congressuali, sempre affabile, cordiale, spiritoso. Un uomo colto e appassionato, molto dedicato all’insegnamento. Riposi in pace
Lino Ciancaglini
Molto bello l’ultimo saluto di Furlan e i suo incoraggiamento per il prossimo congresso ISPS. Grazie di averlo condiviso!Ricordo Pier Maria Furlan che ho frequentato in occasioni congressuali e societarie per la sua passione per la psichiatria psicodinamica e per la medicina in generale.Lo ricordo anche per la gentilezza e la cordialità come collega .Persona colta amante della conversazione e delle arti ha realizzato importanti incontri contribuendo fattivamente a diffondere e sostenere la riforma basagliana anche in ambienti meno sensibili . Che riposi in pace