Vaso di Pandora

La psicologia del corteggiamento maschile

Il corteggiamento è una sorta di danza, complessa e affascinante, tra gli individui. Si tratta di un elemento intrinseco alla ricerca dell’amore e necessario a stabilire una connessione. Sul lato maschile, si assiste a un intricato intreccio di comportamenti, segnali e dinamiche psicologiche che meritano un’analisi approfondita. In questo articolo, esploreremo le radici della danza amorosa, analizzando la psicologia del corteggiamento e segnalando sfide e problematiche che possono emergere quando l’equilibrio si spezza. Ci muoveremo su un territorio vasto e sfaccettato, che riflette la complessità delle relazioni umane. Esplorare la psicologia dietro questo processo potrà offrirci una visione più approfondita delle dinamiche che guidano tutte le interazioni amorose.

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Cenni storici relativi all’arte del corteggiamento

L’arte del corteggiamento, se così vogliamo definirla, è nata in tempi non troppo remoti. Vi sono animali particolarmente intelligenti che utilizzano questo metodo per conquistare una potenziale compagna, ed espletare in tal maniera tutte le funzioni biologiche necessarie alla riproduzione della specie. È però l’uomo, in virtù della sua intelligenza emotiva, che ha reso elegante e nobile questa pratica.

Il corteggiamento maschile ha attraversato un’evoluzione complessa nel corso della storia. Siamo passati da pratiche formali e rituali dichiarazioni d’amore nei tempi passati, spesso poco utili perché subordinate alla volontà delle famiglie, a una maggiore emancipazione nella modernità. Le dinamiche dell’adulazione, e l’arte di fare la corte, hanno risentito dei mutamenti culturali. Le trasformazioni si devono a una varietà di influenze. Tra esse includiamo norme sociali, ruoli di genere e il sempre crescente impatto della tecnologia sulla vita quotidiana. Sebbene in alcune culture la fase pre-matrimoniale sia ancora un’analisi patrimoniale, qualche debole convenevole tra futuri coniugi e, infine, la cessione di una proprietà, ovvero la donna, dalla famiglia dei genitori a quella del marito, in buona parte del mondo il processo si è fortunatamente evoluto.

Il corteggiamento, spesso considerato compito dell’uomo, è un mezzo per giungere a uno scopo: attrarre. Si tratta di esporre apertamente i propri sentimenti e non sapere come la persona amata reagirà rende spesso nervosi. La vergogna di un possibile rifiuto può paralizzare e impedire di mettersi in gioco. Ciò si deve all’errata convinzione che la donna non possa fare il primo passo. Un fastidioso binarismo di genere ha stabilito ruoli precisi per uomini e donne, assegnando storicamente al maschio il ruolo di chi debba dare il via alla corte. In realtà, non esiste alcuna regola a tal riguardo. La sola esistenza di questa convinzione spesso frustra e disorienta gli uomini.

La psicologia del corteggiamento maschile

Psicologia del corteggiamento: due ragazzi fanno il bagno in un lago e ridono tra loro
La fase del corteggiamento è tradizionalmente guidata dal maschio. In realtà però non esistono regole al riguardo e questa convinzione non è che un retaggio del passato, di un mondo ancora profondamente legato al predominio di un genere sull’altro.

La psicologia del corteggiamento maschile è influenzata da una serie di fattori. Dall’istinto biologico che spinge alla ricerca di un partner compatibile, fino alla costruzione di un’immagine di sé attraente, il corteggiamento maschile è spesso guidato da un intricato mix di desideri e motivazioni. Elementi come sicurezza, umorismo e capacità di ascolto emergono come caratteristiche chiave nel processo di attrazione. Allo stesso tempo, il corteggiamento maschile può essere permeato da pressioni sociali e aspettative culturali che influenzano comportamento e scelte. Un ruolo di primo piano, poi, lo gioca naturalmente il carattere dell’individuo.

Chi è più estroverso e spigliato potrebbe avere grande facilità di corteggiamento e vivere l’intera danza come un normale processo di socializzazione. Se l’uomo è un animale sociale, non può che venirgli naturale fare conoscenza con una persona del genere opposto e desiderare approfondirla, qualora ne fosse attratto. D’altra parte, chi è particolarmente timido potrebbe invece fare molta fatica a iniziare la corte. I segnali inviati da un uomo sono difficilmente confondibili, per chi sa leggerli. Egli cercherà di avvicinarsi quanto più possibile, aprendosi verso la donna che desidera in maniera incontrovertibile, magari toccandosi il volto e cercando il contatto fisico con lei. La prossemica di chi si comporta così parla chiaro. Siamo in presenza di una persona cotta a puntino che sta facendo la corte a colei di cui si è invaghito.

A livello di psicologia del corteggiamento, i messaggi inviati sono chiari. Il gradimento è evidente e cristallino. Il fatto che l’uomo si avvicini, aprendosi al dialogo, rappresenta l’abbandono delle proprie difese e il desiderio di rendersi disponibile, donarsi e mettere la propria vita nelle mani dell’altra. È possibile ricondurre questi atteggiamenti a quelli dei cuccioli che si stendono e mostrano il ventre alle persone di cui si fidano ciecamente per dimostrare disponibilità, apertura e simpatia. Nonostante secoli di evoluzione, infatti, le pulsioni dell’uomo in amore sono ancora paragonabili a quelle di altre specie di animali.

Cosa si spezza quando l’attrazione confluisce nella violenza

Purtroppo, come tutti sappiamo, emergono talvolta anche situazioni estreme. Esse si manifestano in una cieca violenza di genere, fisica e psicologica. Il suo apice è naturalmente rappresentato dal femminicidio, tematica di stretta attualità. Ogni volta in cui ossessione e controllo si sostituiscono al sano processo di corteggiamento e divengono predominanti, si rompono gli equilibri fondamentali della relazione.

La psicologia dietro comportamenti violenti e irrazionali è complessa e multifattoriale. Normalmente non si verifica per una sola ragione, bensì è una combinazione di aspetti, variegati e concomitanti, tra cui spicca naturalmente la gelosia. Quando assieme a essa si evidenziano una scarsa gestione delle emozioni, e una percezione distorta del potere e del controllo, la situazione può degenerare e sfociare in atti violenti che talvolta diventano tragedie. Affrontare queste problematiche richiede un approccio multidisciplinare e trasversale. Si deve agire a livello sociale, legale e psicologico. Per prevenire tragiche conseguenze come quelle che ci sono ben note, questa strada appare la migliore da percorrere nonché, probabilmente, l’unica possibile.

Leggi anche: “Uomini che uccidono le donne. Né pazzi, né mostri, nè bravi ragazzi: siamo tutti coinvolti.

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