L’embodied cognition (letteralmente “cognizione incarnata” o “mente incarnata”) è un approccio cognitivo relativamente recente che si basa sul presupposto che la mente e il corpo si influenzano a vicenda.
Tradizionalmente, il corpo e la mente sono descritte e considerate come due entità separate, ma questa visione sta cedendo il passo a una prospettiva maggiormente integrata e interconnessa, detta appunto embodied cognition.
Questa teoria, che rivoluziona il modo in cui percepiamo la persona nella sua totalità, sostiene che il nostro corpo, di cui fa fisicamente parte anche il cervello, concorre a determinare i nostri processi mentali e cognitivi in maniera significativa.
I principi fondamentali dell’embodied cognition spiegano come mente e corpo siano collegati e perché la sfera cognitiva non possa essere compresa a pieno senza considerare il nostro sistema corporeo.
La connessione tra mente e corpo determina il nostro modo di percepire il mondo, di costruire e assimilare pensieri e concetti.
Le esperienze corporee rappresentano un elemento fondamentale per elaborare le informazioni: il pensiero non può essere separato dal corpo.
Cosa si definisce con embodied cognition
L’approccio embodied cognition interessa un campo di ricerca interdisciplinare che riguarda la psicologia, le neuroscienze, le scienze cognitive e la filosofia.
Non esiste un “inventore” del concetto di embodied cognition: si tratta piuttosto di un’area di indagine che ha coinvolto studi di ricerca in diversi campi, comportando la nascita di una nuova visione dell’essere umano.
L’embodied cognition è una prospettiva teorica che si distacca dalla tradizionale visione dualistica di mente e corpo, sostituendola con l’idea che la mente non è confinata al cervello, ma coinvolge l’intero corpo e l’ambiente circostante.
In altre parole, il pensiero non è solo un processo cerebrale, ma è influenzato e modellato dalla nostra interazione con il mondo fisico.
Embodied cognition: il corpo come sede del pensiero
Il fondamento del concetto di “cognizione incarnata” sta nell’esperienza sensoriale e percettiva: i nostri cinque sensi forniscono al cervello dei dati che sono fondamentali per la nostra comprensione del mondo.
Allo stesso tempo, le azioni e i movimenti che il nostro corpo compie sono elementi chiave per elaborare le informazioni.
Seguendo l’approccio dell’embodied cognition, la mente deve essere considerata e analizzata relativamente al corpo fisico che interagisce con il mondo circonstante e in base al contesto specifico.
Il presupposto di partenza è che siamo il risultato dell’evoluzione di creature che impiegavano le proprie risorse mentali per elaborare le percezioni e gli atti motori come risposte e interazioni immediate relative all’ambiente circostante.
Le nostre attività cognitive non sono quindi astratte, centralizzate o confinate nella sfera puramente mentale: queste sono profondamente radicate nei nostri processi motori e sensoriali.
Il rapporto mente-corpo è quindi bidirezionale: se da una parte la nostra mente influenza le reazioni corporee, dall’altra il nostro corpo con la sua forma e i suoi movimenti – ad esempio la postura – attiva e condiziona la nostra mente.
Embodied cognition e apprendimento
Recenti studi e applicazioni sperimentali hanno dimostrato come l’approccio embodied cognition possa aiutare e stimolare l’apprendimento. L’esperienza corporea si rivela infatti elemento significativo nei processi di apprendimento: le azioni fisiche e le interazioni con l’ambiente circostante possono facilitare la comprensione dei concetti e imprimerli nella nostra mente in maniera più profonda e duratura.
Il coinvolgimento attivo, l’apprendimento esperienziale e altre metodologie di insegnamento che coinvolgono il corpo, favoriscono una migliore comprensione, memorizzazione ed elaborazione delle informazioni.
L’espressione fisica delle emozioni
Le manifestazioni fisiche delle emozioni sul nostro corpo rappresentano i fondamenti dell’embodied cognition.
Banalmente, elementi quali la respirazione, le espressioni facciali, le postura e la gestualità corporea, sono tutti condizionati e collegati alle nostre emozioni.
Il nostro corpo ci fornisce dunque dei costanti feedback emozionali attraverso svariati segnali fisici.
Riconoscere ed essere consapevoli delle nostre risposte corporee può quindi aiutarci a comprendere e gestire meglio le nostre emozioni.
Applicazioni pratiche dell’embodied cognition
La danza terapeutica o emozionale, la terapia del movimendo, la respirazione e la camminata consapevole, sono tutti approcci terapeutici complementari che si basano sui principi dell’embodied cognition per favorire la guarigione e il benessere emotivo (a questo proposito, leggi anche Grounding psicologico: ritrovare l’equilibrio).
Anche se l’embodied cognition si presenta come una prospettiva teorica rivoluzionaria, che sgretola la separazione tradizionale tra mente e corpo e stravolge il modo in cui comprendiamo il pensiero e l’esperienza umana, è in realtà un concetto intrinseco al nostro stesso essere.
Dopo una superficiale autoanalisi, è facile rendersi conto da soli di quanto le emozioni influenzano, ad esempio, il nostro atteggiamento, le nostre azioni, il nostro respiro. Allo stesso molto, sarà semplice riconoscere quanto spesso il nostro stato fisico, le nostre azioni o le condizioni esterne a cui è sottoposto il nostro organismo, condizionano le nostre emozioni, i nostri pensieri, il nostro percepire ed elaborare le esperienze.
Comprendere il profondo collegamento tra il corpo e la mente arricchisce e completa la nostra visione della vita e favorisce in maniera significativa l’apprendimento, la salute mentale e la nostra capacità di fare esperienza. E ricordarsi che la nostra mente è ancorata al nostro corpo e dell’importanza del mondo che ci circonda fisicamente è particolarmente necessario in un’epoca in cui la digitalizzazione e la tecnologia avanzano rapidamente.