Empatia per i robot
di Pasquale Pisseri
(Il commento che segue si riferisce alla notizia “Psicologia: essere umano prova empatia anche per robot” (AGI) – Washington, 24 apr.)
Non mi parrebbe sorprendente. Potrebbe essere in gioco un meccanismo di identificazione simile a quello in atto quando vediamo un film o un prodotto Tv “d’azione”: molti di noi, se non tutti, si identificano in varia misura con l’eroe, parteggiano per lui, provano disappunto quando sembra sconfitto, partecipano al suo trionfo finale… Certo, in questi prodotti l’immagine proposta ha sembianze più visibilmente umane, ma è ancor meno “reale” di un robot, che quanto meno ha una consistenza fisica. Non conosco i dati neurofisiologici relativi a queste nostre esperienze di spettatori emotivamente coinvolti, ma è verosimile che siano importanti e significativi: potrebbe dircelo Anna Bonfanti.
Ben più problematica, e anzi credo puramente ipotetica, la possibilità reciproca: che sia un robot a provare empatia, come quasi parrebbe suggerire l’espressione suggerita (e azzardata?): “la scoperta è utile alla comprensione dei meccanismi di interazione uomo – robot”.