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I segreti dei gruppi sociali: un viaggio nell’intreccio delle identità

I gruppi sociali sono le unità sotto cui si può vedere un insieme di persone che condividono caratteristiche simili; tuttavia, questi gruppi presentano anche delle differenze al loro interno, che permetteranno di suddividerli in categorie

L’insieme degli individui che formano questi gruppi hanno caratteristiche che permettono di identificarli tra loro: una volta che ciò accade, andranno incontro a un processo di accettazione che permetterà loro di essere riconosciuti in quel specifico gruppo sociale.

Quali sono i tipi di gruppi sociali?

Tutti i gruppi sociali presentano un’organizzazione ben definita, con qualità determinanti per l’interazione tra i membri di un gruppo o anche tra i vari gruppi. Qui vengono elencati i principali gruppi sociali:

  • I gruppi primari sono quei gruppi in cui c’è un’associazione ben definita: i membri collaborano tra di loro e instaurano legami interpersonali molto forti, influenzando lo stato emotivo di ogni individuo. Si definiscono primari in quanto hanno delle qualità fondamentali per la società e perché rispettano gli ideali dell’uomo;
  • I gruppi secondari sono quei gruppi caratterizzati da un rapporto strettamente formale, e i membri appartenenti non stringono legami interpersonali. Questo comporta la creazione di relazioni sociali distanti che porteranno il gruppo a una durata limitata, in quanto non c’è coesione tra le parti. 
  • I gruppi di cluster sono quei gruppi di persone che hanno contatti tra di loro solo temporaneamente; le relazioni instaurate non saranno durevoli, ma sono destinate a svanire nel tempo poiché mancano di un obiettivo comune e di una gerarchia che specifica le funzioni di ogni membro. 

Quali sono le dinamiche comuni dei gruppi sociali?

Con l’espressione “dinamica di gruppo” si indica come si evolvono le relazioni all’interno di un gruppo sociale. Nel 1965, il sociologo Bruce Tuckman propose un modello di evoluzione delle interazioni tra i gruppi sociali, che consiste in cinque fasi fondamentali:

  1. Formazione (forming): in questa fase, i membri del gruppo iniziano a orientarsi e a capire quali sono i comportamenti da attuare nei confronti degli altri membri e del leader.
  2. Conflitto (storming): inizia a svilupparsi un clima ostile nei confronti degli altri membri o del leader, a causa della mancanza di struttura del gruppo, di direttive precise e di sostegno psicologico. Di conseguenza, gli individui diventano più restii nello svolgere i compiti.
  3. Strutturazione (norming): i membri iniziano ad accettarsi, e creano delle norme che tutti devono rispettare per il corretto funzionamento del gruppo sociale.
  4. Attività (performing): i membri del gruppo accettano il ruolo che rivestono e iniziano a lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo.
  5. Aggiornamento (adjourning): i membri del gruppo decidono di sospendere temporaneamente le loro attività per capire il prossimo passo da compiere e i risultati ottenuti fino a quel momento.

L’appartenenza a un gruppo è legata a molteplici fattori, che possono più o meno incidere sull’individuo e sulla sua percezione di coesione con gli altri membri: per vicinanza – ad esempio – se si iniziano a frequentare persone che abitano nello stesso quartiere o che frequentano gli stessi luoghi; per somiglianza, quando un individuo ricerca, e trova, caratteristiche e ideali simili alle proprie; o per identificazione, quando non c’è una particolare somiglianza in idee o bisogni, ma ci si identifica nell’altro per cercare – a volte – di strutturare la propria personalità e identità sociale attraverso l’interdipendenza di gruppo.

Kurt Lewin e la teoria del campo

Il primo autore a far riferimento agli studi sul gruppo è Kurt Lewin. Spinto dagli avvenimenti storici del suo tempo – in piena Seconda Guerra Mondiale con la Germania nazista – l’autore arrivò alla conclusione che il gruppo è un’entità diversa rispetto a ogni individuo che lo compone: è una “totalità dinamica”, caratterizzata da rapporti reciproci tra i membri che determinano le caratteristiche strutturali del gruppo stesso.

Nel descrivere i gruppi, Lewin utilizza la metafora del campo, ereditata da Gestalt: ogni elemento così come ogni comportamento non può essere considerato senza prendere in esame il posto che occupa nel campo, in quanto all’interno di quest’ultimo può acquisire un significato totalmente diverso.

Nello specifico, secondo Lewin ci sono tre fattori da considerare:

  1. Sociale e ambientale: livello all’interno del quale ci sono eventi che accadono al di là della volontà individuale;
  2. Spazio di vita: livello in cui esistono le rappresentazioni psicologiche della vita;
  3. Frontiera: livello entro cui le dimensioni precedenti si incontrano.

Quindi, un gruppo è a sua volta un campo in cui tutti i membri si muovono dinamicamente per creare una totalità con delle caratteristiche ben definite, ma che sono diverse da quelle del singolo. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra il dentro e il fuori amalgamando le diverse proprietà di ogni individuo, necessarie in quanto la staticità decreterebbe la fine del gruppo stesso.

I gruppi secondari hanno un rapporto formale, distaccato tra i loro membri: ciò comporta un distacco tra gli individui e – proprio per questo – la durata di tali gruppi è molto breve in quanto non si riesce a creare un’armonia dal punto di vista emotivo;

I gruppi di cluster sono persone che hanno contatti tra di loro in modo temporaneo: le relazioni che si generano in questo tipo di gruppi non sono durevoli e tendono a svanire nel tempo poiché mancano di un obiettivo comune. Questa mancanza è dovuta dal fatto che i membri non hanno stretto una conoscenza profonda.

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