La vittoria di Trump si inserisce all’interno di un processo di superamento della visione universale e mira alla costruzione di una società delimitata al singolo stato ricostruita in modo neocorporativo.
Le conseguenze della vittoria di Trump sulla migrazione
Questo lascia senza regolazione tutti i fenomeni che non si possono governare a livello nazionale come ad esempio finanza e nuove tecnologie (internet, intelligenza artificiale). Non deve quindi stupire il sostegno di Elon Mask. Un altro esempio di utilizzo della politica per i propri affari.
L’abbandono di ogni modello universalistico all’interno vuol dire andare oltre il “terzo escluso” ormai fisiologico in un tutte le società occidentali, ma ne sancisce l’emarginazione, l’arresto (i muri) e persino la deportazione (per allontanarlo dagli occhi) essendo il nemico. La migrazione, specie se clandestina, è da combattere come minaccia, disturbo, criminalità. Fastidio che è penetrante come l’accattonaggio molesto. Da questo parte una rappresentazione immaginaria molto potente, tendenzialmente persecutoria, che sconfina nel pregiudizio e nello stigma. Un linguaggio “populista” che va oltre il politicamente corretto e fa delle allusioni forti al limite della “mala-education” e persino dell’offesa.
Tutto questo porta ad una parte da escludere, segregare mentre la rimanente società viene organizzata secondo il censo in classi diverse ciascuna con una propria scuola, sanità, sociale, giustizia, ma anche morale ed etica.
Un nuovo patto sociale dopo la vittoria di Trump
Ne deriva un nuovo patto sociale, basato sulla frammentazione e la discriminazione crescente che via via potrà riguardare tutti come ammoniva Bertold Brecht[1]. Non più diritti universali dell’uomo, né diritti civili e sociali. L’aborto e l’ideologia gender sono l’ideale per forme di integralismo religioso e lo stesso in sanità le posizioni antiscientifiche. Il che apre interrogativi su diritti, scienza e ricerca indipendenti.
Quali possano essere le conseguenze reali di questo nuovo patto è da vedere ma il rischio di un’accentuazione delle forme di neoistituzionalizzazione è molto elevato (si pensi al tasso di detenzione negli USA già ora è 6 volte più alto rispetto all’Italia). La stessa sorte o l’abbandono toccherà ai malati mentali, specie i più poveri. I più ricchi potranno curarsi privatamente, pur con tutte le difficoltà poste dalla assicurazioni. Per gli altri solo le forme tipo Medicare o Medicaid. Quale inclusione sociale dei malati mentali?
La legge vale per tutti, ma non secondo Trump
Di contro, via via che il potere aumenta tutto viene relativizzato e ai livelli più alti non c’è più legge e né morale che tenga. Trump pretende di essere al di sopra della legge, e non turbano nemmeno i moralisti i comportamenti di Elon Musk in materia di droghe e procreazione. Non solo proporre una soluzione ma essere la soluzione, al di là della legge e dell’etica che sembrano avere pesato molto poco nell’elettorato quasi sedotto da comportamenti antigiuridici. L’Io grandioso, narcisista del capo si pone come riferimento per tutti e trova modi per acquisire il consenso come già spiegava Gustav Le Bon[2] e va a sostenere un prossimo “potere imperiale”.
La legge vale per altri ed è variabile, di norma, tanto più severa quanto minore è il potere. Quindi la possibilità di imporre una visione ideologica e ideale avviene in cambio di una promessa di sicurezza presente che però richiede il voto e poi fedeltà e obbedienza al fine di una appartenenza alla nazione.
Altrimenti si passa tra i “nemici” mettendo così a rischio la democrazia reale, la libertà di pensiero, stampa, manifestazione del dissenso. Una libertà limitata e vigilata nell’appartenenza che convive con internet, fake news e altre forme anonime di messaggi del web e dark volte ad aumentare la paura ed alimentare il consenso.
La visione incentrata sull’oggi dopo la vittoria di Trump
Questo implica anche una visione incentrata sull’oggi e rimanda al futuro la questione climatica ed energetica. Si mira a costruire e preservare una ricchezza interna difesa anche con i dazi, con accordi bilaterali vantaggiosi per se stessi secondo una linea già praticata con diversi Paesi del Sud America, Africa mediante sfruttamento delle risorse e l’esportazione ad altri dei problemi. Vedremo cosa succederà all’Europa e all’Italia.
Ne deriva una società corporativa nella quale il ruolo del pubblico viene sempre più limitato (ad un ulteriore riduzione pare verrà incaricato Elon Musk dopo la vittoria di Trump), non solo nel welfare, ma persino nell’ordine sociale sempre più delegato al fai da te e al possesso delle armi. Una forte ulteriore deregolamentazione proporzionale al potere con scomparsa delle tutele nel lavoro, dei sindacati, di ogni forma di difesa e solidarietà, di rispetto dell’ambiente? I metodi di diverse multinazionali sono noti.
Le piccole comunità in un mondo globalizzato
A fronte di una crescente solitudine ed abbandono credo non sia da sottovalutare la rilevanza e il fascino delle piccole comunità in un mondo globalizzato. Il nemico non è solo colui che è distante ma proprio chi è prossimo e la speranza è affidarsi e affiliarsi ai potenti e ricchi resi ancora più potenti e privi di limiti (ancora meno tasse) e regole? Potenti che promettono un “futuro meraviglioso”, la conquista di Marte.
Non è specificato in cosa consista per il popolo (e non per se stesso) la promessa di una nuova “età dell’oro” nella quale gli uomini vivevano in pace, senza leggi e il bisogno di lavorare… Sogni americani? O al tempo stesso modi per negare i limiti dell’uomo, dell’età e la sua mortalità ma al tempo stesso evidenziano la potenza del mito, degli ideali tanto più importanti nel momento in cui la vittoria sembra segnare la fine dell’universalismo, di una possibilità di giustizia, equità, di ridistribuzione.
Tutti temi rimasti purtroppo nell’ombra anche nel campo democratico. Biden e Harris a fronte dei miglioramenti macroeconomici non hanno colto il peso dell’inflazione e il malessere delle famiglie e non hanno raccolto le istanze dei lavoratori che pure in molti casi hanno avuto incrementi salariali. Questo apre il tema della rappresentanza, dell’incapacità di raccogliere istanze, generare appartenenze e speranze e come costruire un modello di società accogliente, solidale, inclusiva delle diversità e assicurare diritti, fiducia e speranza per tutti. Ma anche degli ideali e dei miti: una società in pace e giusta anche per il terzo escluso che rischia anche in Italia di essere maggioranza. Sogno italiano ed europea?
L’incapacità di rilanciale un modello di vita diverso
È il problema, a livello internazionale, di tutta la sinistra prigioniera di un liberismo temperato che nemmeno la pandemia ha messo in crisi. L’incapacità a rilanciare un diverso modello di vita, universalismo, a ripensare le (micro) comunità, i beni comuni, una visione internazionale ha aperto la via a forme di liberismo autoritario, alle democrazie plebiscitarie, alle “democrature” neo-corporative.
Il liberismo temperato non identifica più linee e avversari per realizzare politiche più giuste: una volta i padroni, il capitalismo oggi tutto è diventato immateriale, fluido. Non vi è nemmeno una significativa protesta per la detassazione dei redditi più alti, la mancanza di patrimoniali e di tasse di successione adeguate. La tassazione iniqua che grava sui redditi da lavoro e pensioni (in Italia l’83% dell’intera IRPEF) è uno sfregio al patto sociale considerata l’entità dell’elusione e dell’evasione fiscale: hanno vinto i ricchi[3]. Non si è saputo riscrivere il patto sociale in senso solidale e il capitalismo non ci guiderà fuori dalla crisi. Qualsiasi ricetta economica basata su una crescita continua porta alla distruzione del pianeta [4]. Da queste consapevolezze occorre riprendere l’analisi e l’azione politica e sociale.
La vittoria di Trump e gli effetti sulle guerre
Infine l’errore della guerra in Ucraina e poi l’incapacità di fermare Israele a Gaza sono stati molto gravi. Il mondo NATO trova dall’altra parte i BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e una larga parte del mondo esclusa, oltre un miliardo di persone senza cibo. La chiusura su se stessi, la rinuncia ad un ruolo internazionale, di guida potrebbe rappresentare una grave limite ed essere la base per una successiva sconfitta degli USA e con essi anche dell’occidente.
Per questo il tema della pace mondiale, dell’ambiente, dei diritti e della giustizia sono essenziali in ogni politica che parta dalle condizioni concrete delle persone, di tutte le persone per un nuovo universalismo umanitario, one health e planetary health, una visione olistica dove trova spazio e ruolo anche la salute mentale. Questo apre la questione del futuro della vita sul pianeta, tutelata in ogni luogo e sua parte oppure se lasciata ad un fatalismo autodistruttivo, privo di prospettive e consapevolezze?
[1] “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare.”
[2] Le Bon G. Psicologia delle folle Shake Edizioni, 2019 (ed. orig. 1895)
[3] Staglianò R. Hanno vinto i ricchi. Cronache di una lotta di classe. Einaudi 2024
[4] Saito Kohei Il capitale nell’Antropocene, Einaudi 2024