Nel vasto panorama della filosofia antica, Platone emerge come una delle figure più influenti e longeve. Le sue idee, articolate attraverso dialoghi e miti, hanno profondamente influenzato il pensiero occidentale. Tra i tanti miti e allegorie platoniche, il “mito della mela” non compare esplicitamente nelle opere di Platone stesso, ma può essere analizzato attraverso il suo simbolismo. Questo mito può essere inteso come una metafora per esplorare il concetto di conoscenza, desiderio e unione delle anime.
La mela: simbolo universale
Il frutto della mela è carico di simbolismo nella storia dell’umanità, spesso associato al desiderio, alla tentazione e alla conoscenza.
Nell’antica Grecia, la mela era anche legata al concetto di amore e unione.
Nei matrimoni, ad esempio, le mele erano offerte come simbolo di fertilità e prosperità.
Ma qual è il legame tra Platone e la mela?
L’amore platonico e la mela
Per comprendere l‘ipotetico mito della mela in Platone, è utile analizzare la sua filosofia sull’amore e sulle relazioni umane.
Nel suo celebre dialogo “Simposio“, Platone introduce l’idea di amore platonico, un concetto che supera l’attrazione fisica per rivolgersi all’unione spirituale e alla ricerca del vero significato della vita.
In questo contesto, la mela può essere vista come simbolo del desiderio che trascende la mera passione carnale per giungere alla sfera dell’intelletto e della conoscenza.
Il mito greco di Paride e la mela d’oro offre un altro interessante parallelo. Quando Paride è chiamato a scegliere tra le dee Era, Atena e Afrodite, egli consegna la mela d’oro ad Afrodite, la dea dell’amore, in cambio della promessa dell’amore della donna più bella del mondo, Elena.
Anche in questo caso, la mela rappresenta una scelta fondamentale legata al desiderio, ma, come vedremo, in Platone il desiderio è destinato a un livello più elevato.
Il mito della mela di Platone: un’interpretazione filosofica
Anche se Platone non parla esplicitamente di un “mito della mela”, possiamo costruire un’interpretazione filosofica di questo mito, basandoci sulle sue idee. Platone esplora spesso il tema della dualità e della separazione. Nel dialogo “Simposio“, Aristofane racconta il mito degli esseri umani originariamente completi, dotati di quattro braccia, quattro gambe e due teste. Gli dèi, temendo il loro potere, li dividono in due, condannandoli a cercare per sempre la loro metà perduta. Questo mito rappresenta la ricerca eterna dell’unità e dell’amore.
In questa luce, la mela può essere vista come simbolo dell’unione perduta tra due anime, un frutto diviso che, quando riunito, rappresenta la completezza dell’essere umano.
In termini platonici, il desiderio umano di amore e conoscenza può essere considerato una ricerca della propria “metà” filosofica, una tensione verso l’unità e la verità.
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La mela e la conoscenza: il parallelo con il mito biblico
Un altro elemento interessante da considerare è il parallelismo tra il mito della mela platonica e il mito biblico della mela dell’Albero della Conoscenza. Nel racconto biblico, Adamo ed Eva, tentati dal serpente, mangiano il frutto proibito, acquisendo così la conoscenza del bene e del male. Questo mito parla del desiderio umano di sapere e della conseguente perdita dell’innocenza.
Nella filosofia platonica, il desiderio di conoscenza non è considerato peccaminoso, ma piuttosto il più alto scopo dell’anima umana. La mela, in questo contesto, potrebbe rappresentare simbolicamente il frutto della conoscenza e del desiderio di verità. Tuttavia, mentre nella tradizione giudaico-cristiana la conoscenza porta alla caduta, in Platone la ricerca della conoscenza rappresenta l’ascesa verso il mondo delle Idee, un cammino verso la liberazione dell’anima dalla prigione del corpo.
Il desiderio e l’elevazione spirituale
Nelle opere di Platone, il desiderio ha una connotazione ambivalente. Da un lato, può essere visto come una forza che ci lega al mondo materiale, ai piaceri fisici e alle illusioni sensoriali. Dall’altro lato, il desiderio, se ben indirizzato, diventa lo strumento attraverso il quale l’anima si eleva verso la verità e la bellezza assoluta.
Il “mito della mela”, in questa chiave, potrebbe rappresentare il passaggio dal desiderio sensuale al desiderio intellettuale. La mela, come simbolo di tentazione e bellezza, può simboleggiare il desiderio iniziale, che spinge l’anima verso la conoscenza sensibile. Tuttavia, attraverso l’educazione e la filosofia, il desiderio si trasforma, conducendo l’individuo a una comprensione più profonda della realtà.
Il mito della mela come ricerca interiore
Il mito della mela di Platone, benché non esista come narrazione esplicita nelle sue opere, può essere letto come una potente allegoria della condizione umana. Simboleggia il desiderio innato di conoscenza, l’amore come tensione verso l’unione e la verità, e il cammino dell’anima verso la sua realizzazione più alta.
La mela, quindi, può essere interpretata come una metafora della dualità umana: da un lato il desiderio materiale, dall’altro la spinta verso l’elevazione spirituale. Come nel mito di Aristofane, dove gli esseri umani sono alla ricerca della loro metà perduta, anche nel “mito della mela” platonico possiamo vedere il desiderio di completezza, che può essere raggiunto solo attraverso la conoscenza, la filosofia e l’amore puro.
In definitiva, il mito della mela di Platone può essere visto come una rappresentazione simbolica del viaggio dell’anima verso la saggezza, un viaggio che, secondo Platone, culmina con la contemplazione delle Idee e la realizzazione della vera natura della realtà.
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