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Control mastery theory: principi e applicazioni

La control mastery theory è un approccio psicoterapeutico che si basa sul concetto di controllo e di padronanza delle proprie esperienze. Si tratta di una teoria sviluppata da Joseph Weiss e Harold Sampson negli anni ’60 e ’70, che integra elementi della psicoanalisi, della psicologia cognitiva e della psicologia dell’io.

La control mastery theory parte dal presupposto che ogni persona ha un piano inconscio di sviluppo personale, che include degli obiettivi, dei valori e delle aspirazioni. Questo piano viene però ostacolato da delle paure e da dei sensi di colpa, che derivano da esperienze traumatiche o conflittuali vissute nel passato, soprattutto con le figure significative.

Per superare queste paure e questi sensi di colpa, la persona mette in atto delle prove di realtà, che consistono nel ricreare nella relazione terapeutica le situazioni problematiche del passato, al fine di verificarne l’esito e di modificare le proprie convinzioni negative. Queste prove di realtà sono guidate da due principi: il principio di controllo e il principio di padronanza.

Il principio di controllo

Il principio di controllo afferma che la persona cerca di controllare le proprie esperienze, in modo da evitare di essere sopraffatta o danneggiata da esse. Il controllo può essere esercitato in due modi: attivamente o passivamente.

Il controllo attivo consiste nel modificare le proprie azioni o le proprie emozioni, in modo da adattarsi alla situazione o a cambiare la situazione stessa. Il controllo passivo consiste invece nel modificare la propria percezione o la propria interpretazione della situazione, in modo da renderla meno minacciosa o dolorosa.

Il controllo attivo è generalmente più efficace e salutare del controllo passivo, in quanto permette alla persona di affrontare le proprie difficoltà e di risolverle. Il controllo passivo, invece, può portare alla negazione, alla distorsione o alla repressione della realtà, con conseguenti effetti negativi sul benessere psicologico.

Il principio di padronanza

Il principio di padronanza afferma che la persona cerca di padroneggiare le proprie esperienze, in modo da superare le proprie paure e i propri sensi di colpa e da raggiungere i propri obiettivi di sviluppo. La padronanza può essere ottenuta in due modi: attraverso il successo o attraverso il fallimento.

Il successo consiste nel riuscire a modificare la situazione o la propria reazione ad essa, in modo da renderla più soddisfacente o piacevole. Il fallimento consiste invece nel non riuscire a modificare la situazione o la propria reazione ad essa, in modo da confermare le proprie convinzioni negative o le proprie aspettative di rifiuto.

Il successo è generalmente più desiderabile e benefico del fallimento, in quanto permette alla persona di aumentare la propria autostima, la propria fiducia e la propria felicità. Il fallimento, invece, può portare alla frustrazione, alla rabbia o alla depressione.

Le applicazioni della control mastery theory

La control mastery theory ha diverse applicazioni nel campo della psicoterapia e della consulenza psicologica. In particolare, essa offre dei criteri per:

  • Valutare il piano inconscio della persona, ovvero i suoi obiettivi, i suoi valori e le sue aspirazioni, nonché le sue paure e i suoi sensi di colpa che lo ostacolano.
  • Identificare le prove di realtà che la persona mette in atto nella relazione terapeutica, ovvero le situazioni problematiche che essa ricrea per verificarne l’esito e per modificare le proprie convinzioni negative.
  • Intervenire in modo adeguato e collaborativo, ovvero aiutare la persona a esercitare un controllo attivo e a ottenere un successo nelle sue prove di realtà, in modo da favorire la sua padronanza e il suo sviluppo.

La control mastery theory si basa su una visione ottimistica e positiva della persona, che viene vista come capace di autoregolarsi, di auto-orientarsi e di auto-migliorarsi, purché riceva il sostegno e la guida necessari. In questo senso, essa rappresenta un approccio psicoterapeutico efficace e rispettoso, che promuove il benessere e la crescita della persona.

La control mastery theory: implicazioni per la relazione terapeutica

control mastery theory

La control mastery theory propone una cornice teorica stimolante per il terapeuta. Questo approccio si basa sull’idea che le persone abbiano una spinta innata a padroneggiare le esperienze traumatiche e a realizzare il proprio potenziale. Elementi chiave sono il focus sul controllo e la padronanza, il riconoscimento di un “piano inconscio” e l’uso delle “prove di realtà”.

Tale prospettiva richiede grande sensibilità e competenza da parte del terapeuta, che deve saper cogliere le sfumature e collaborare con il paziente facilitandone il processo di empowerment. La relazione terapeutica viene vista come un contesto privilegiato in cui il paziente può esprimere, esplorare e trasformare il proprio inconscio, raggiungendo maggiore consapevolezza e libertà.

La control mastery theory stimola dunque una riflessione critica sul ruolo e sul significato della psicoterapia, vista non solo come intervento clinico ma anche come opportunità di sperimentazione e realizzazione del sé.

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