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Teoria del prospetto: in che modo prendiamo decisioni e valutiamo la percezione dei rischi?

La teoria del prospetto è una delle più influenti teorie sviluppate nell’ambito della psicologia cognitiva e delle scienze comportamentali per spiegare come le persone prendono decisioni in condizioni di incertezza e rischio. Formulata da Daniel Kahneman e Amos Tversky nel 1979, ha rivoluzionato il modo in cui gli economisti, psicologi e altri studiosi comprendono il processo decisionale umano, evidenziando che non siamo sempre razionali come crediamo di essere.

Questa teoria non solo ha cambiato la nostra visione delle scelte economiche, ma ha anche gettato luce su come percepiamo e reagiamo ai rischi nella vita quotidiana. In questo articolo, esploreremo le basi della teoria del prospetto, come essa si differenzia dalle precedenti teorie economiche e cosa ci insegna sul modo in cui percepiamo le perdite e i guadagni.

La teoria del prospetto: una breve introduzione

La teoria del prospetto nasce come alternativa alla teoria dell’utilità attesa, il modello dominante nel campo economico fino alla fine degli anni Settanta, che assume che gli individui prendano decisioni in modo razionale, basandosi su un’analisi dei pro e contro di ogni scelta.
Tuttavia, Kahneman e Tversky mostrarono che le persone, nella realtà, spesso violano queste assunzioni e non sono così razionali come credono di essere.
Secondo la teoria del prospetto, infatti, le persone valutano le scelte non tanto in termini di utilità assoluta, ma piuttosto in relazione a un punto di riferimento, che può essere la situazione attuale o un obiettivo specifico. Questo significa che le decisioni vengono influenzate dal modo in cui le opzioni vengono presentate (o “inquadrate”) e da come esse vengono percepite rispetto a questo punto di riferimento.

Uno degli elementi chiave della teoria è l’idea che le perdite abbiano un impatto emotivo maggiore rispetto ai guadagni di pari entità.
Questo fenomeno è noto come avversione alla perdita: le persone sono più inclini a evitare una perdita che a ottenere un guadagno equivalente. Per esempio, la sensazione di perdere 100 euro è più intensa e spiacevole rispetto alla soddisfazione di guadagnare la stessa somma!

L’inquadramento delle decisioni: il ruolo cruciale del “Framing”

Uno degli aspetti più rivoluzionari della teoria del prospetto è l’importanza dell’inquadramento, o “framing”. Con questo termine si indica il fatto che le scelte possono essere presentate in modi diversi, ed è proprio come vengono inquadrate e formulate le scelte a nostra disposizione a influenzare pesantemente la decisione finale.

Prendiamo, ad esempio, una situazione in cui una persona debba scegliere tra due opzioni in merito a un intervento medico: se la prima opzione è descritta come “90% di sopravvivenza” e la seconda come “10% di rischio di morte”, molte persone preferiranno la prima, anche se le probabilità di vita o di morte sono identiche.
Questo è un chiaro esempio di come l’inquadramento delle informazioni possa influenzare il modo in cui percepiamo il rischio e prendiamo decisioni. E dimostra anche come il processo mentale che precede una scelta non segua un processo decisionale poi così razionale.

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Avversione alla perdita e asimmetria delle percezioni

Uno dei contributi più importanti della teoria del prospetto riguarda l’asimmetria nelle percezioni delle perdite e dei guadagni.
Le persone sono inclini a comportamenti molto diversi quando affrontano perdite rispetto a quando si tratta di guadagni.

Questa asimmetria si manifesta, ad esempio, nel modo in cui gli investitori reagiscono alle fluttuazioni del mercato finanziario. Secondo la precedente teoria dell’utilità attesa gli investitori dovrebbero prendere decisioni basate sulla massimizzazione del valore atteso, ma la realtà è che tendono a trattenere le azioni in perdita troppo a lungo, sperando in un futuro recupero, mentre sono pronti a vendere azioni in guadagno troppo presto, per evitare il rischio di perdere i profitti accumulati. Questo comportamento, spiegato dall’avversione alla perdita, mostra quanto fortemente siamo influenzati emotivamente dalle nostre percezioni di rischio.

La funzione del valore

Un altro elemento centrale della teoria del prospetto è la funzione del valore, che descrive come le persone attribuiscano un valore soggettivo alle perdite e ai guadagni e fa sì che che l’aumento di guadagni o di perdite abbia effetti non lineari sulla percezione.

Per esempio, guadagnare 100 euro potrebbe portare una certa soddisfazione, ma guadagnarne 200 non raddoppia necessariamente la felicità. Dall’altro lato, la perdita di 100 euro è percepita come meno dolorosa rispetto alla perdita di 200, anche se la proporzione del danno potrebbe sembrare razionalmente equivalente.

Questa funzione del valore non è simmetrica rispetto al punto di riferimento: infatti, come già accennato, le perdite sono generalmente valutate più intensamente dei guadagni.

Effetti della teoria del prospetto sulla percezione del rischio

Uno dei principali contributi della teoria del prospetto è il suo impatto sulla percezione del rischio. La teoria spiega come le persone abbiano atteggiamenti diversi verso il rischio a seconda che si trovino in una situazione di guadagno o di perdita.

In situazioni di guadagno, le persone tendono ad essere avverse al rischio, preferendo evitare di rischiare ulteriori guadagni.
Al contrario, in situazioni di perdita, le persone diventano spesso propense al rischio, sperando di recuperare le perdite anche a costo di rischiare di più.

Un esempio comune può essere visto nel gioco d’azzardo: i giocatori che hanno perso una certa somma di denaro potrebbero diventare più propensi a fare scommesse più grandi, nella speranza di recuperare le perdite, un comportamento che spesso porta a ulteriori perdite.

La teoria del prospetto ci offre una lente preziosa attraverso cui osservare e comprendere il processo decisionale umano.
A differenza delle teorie economiche tradizionali, che assumono una razionalità perfetta nelle scelte, la teoria del prospetto tiene conto dei fattori psicologici che influenzano le decisioni, come l’avversione alla perdita e l’inquadramento delle opzioni.

Comprendere questa teoria non solo ci aiuta a spiegare comportamenti apparentemente irrazionali, ma ci permette anche di migliorare il modo in cui affrontiamo decisioni complesse nella vita quotidiana, specialmente quando si tratta di valutare rischi e opportunità. Saper riconoscere come il nostro cervello percepisce i guadagni e le perdite ci dà l’opportunità di adottare scelte più consapevoli e bilanciate, riducendo l’impatto delle nostre distorsioni cognitive.

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