Educare all’empatia per contrastare il bullismo e il cyberbullismo. È il monito degli esperti in psicoterapia, obiettivo: arginare un fenomeno che si sta diffondendo a macchia d’olio. In particolare, sono oltre 246 milioni i bambini e gli adolescenti che ogni anno subiscono forme di violenza o episodi di bullismo. Più nello specifico, almeno uno studente su tre con un’età compresa tra i 13 e 15 anni è stato vittima di bullismo o cyberbullismo almeno una volta nella vita. Dati che restano tali anche nella fascia d’età che va dagli 11 ai 17 anni.
In Italia e nel mondo il contrasto a tutte le forme di violenza prosegue senza sosta. Per prevenirlo però non è bastata una legge, ma bisogna intervenire tempestivamente soprattutto nei luoghi in cui questi fenomeni hanno origine. Secondo gli esperti, il modo migliore per affrontare il fenomeno e arginarlo è praticare azioni “sinergiche” che abbiano un impatto sul fenomeno nel momento in cui si verifica, ma anche nel tentativo di prevenirlo. Tra queste azioni vi è indubbiamente l’educazione all’ascolto, sia da parte degli adulti, sia da parte degli stessi adolescenti.
Insegnare all’ascolto nei confronti degli altri, permettendo momenti di confronto, farà accrescere indubbiamente l’empatia e la sensibilità nei confronti del prossimo, fattore che, secondo diversi studi, permette di moderare i comportamenti aggressivi e violenti avendo maggiore tendenza ad aiutare l’altro nei momenti di difficoltà. Educare all’empatia, sottolineano gli esperti, non è impossibile, ma richiede tempo e pazienza, in quanto per moltissimi individui è una capacità innata, mentre per altri richiede uno sforzo che ha bisogno di un supporto concreto da parte di esperti, in particolare terapeuti, ma anche insegnanti o chiunque, con un’esperienza di empatia maggiore, sia capace di lasciare nell’altro un segno indelebile capace di modificarne i comportamenti sino a rendere possibile un cambio drastico nel carattere.