Il termine pica si riferisce a un disturbo alimentare poco conosciuto ma che può avere gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre. Le persone affette da pica manifestano il desiderio incontrollabile di ingerire sostanze non commestibili, come terra, gesso, carta, capelli, ghiaccio, sabbia o detersivi.
Questo comportamento anomalo è molto diverso da quello che potrebbe verificarsi occasionalmente in situazioni di stress o carenza nutrizionale: nel caso della pica, l’assunzione di oggetti non alimentari avviene in modo persistente e protratto nel tempo.
Definizione di Pica
La pica è considerata un disturbo del comportamento alimentare ed è riconosciuta nei principali manuali diagnostici, come il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). Si tratta di un disturbo ancora poco noto e spesso sottovalutato, che si riscontra più comunemente nei bambini, ma che può colpire persone di tutte le età.
Comprenderne le cause sottostanti e le possibili conseguenze è importante per intervenire in tempo e offrire un trattamento adeguato a chi soffre di questo disturbo, così da prevenire complicazioni pericolose.
Le cause della pica
Non sono state individuate cause specifiche alla base del disturbo pica e possono variare da persona a persona, a seconda del contesto e dell’ambiente circostante. Gli studi di ricerca hanno identificato diversi fattori piuttosto comuni tra le persone che soffrono di questo disturbo, che hanno contribuito allo sviluppo di questo comportamento alimentare anomalo.
- Carenze nutrizionali: una delle cause più comunemente associate alla pica è la carenza di nutrienti essenziali, come ferro, zinco e altri minerali. Le persone con carenze nutrizionali possono sviluppare un desiderio istintivo di ingerire materiali non commestibili nella speranza di compensare queste mancanze. Ad esempio, una carenza di ferro è spesso legata alla voglia di mangiare ghiaccio (pagofagia).
- Condizioni mediche e psichiatriche: la pica può essere correlata a condizioni mediche o psicologiche sottostanti. Disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettive e schizofrenia sono spesso associati a comportamenti di pica. Anche condizioni come la gravidanza, che può provocare sbalzi ormonali e aumentare la sensibilità del corpo a determinate carenze, possono favorire l’insorgenza del disturbo.
- Fattori culturali e sociali: in alcune culture, l’ingestione di materiali come l’argilla o la terra può essere considerata una pratica accettabile, spesso connessa a convinzioni sulla salute o spiritualità. Tuttavia, quando questa pratica diventa frequente e persistente, può configurarsi come pica, con implicazioni potenzialmente dannose.
- Stress e traumi: alcuni individui sviluppano la pica come risposta a situazioni di forte stress emotivo, ansia o traumi psicologici. In questi casi, mangiare sostanze non alimentari potrebbe rappresentare un meccanismo di coping per far fronte a emozioni negative o difficili da gestire.
Le conseguenze della pica sulla salute
L’ingestione di materiali non commestibili può portare a numerose complicazioni, che variano a seconda della sostanza ingerita, della quantità, della frequenza e del prolungarsi del disturbo nel tempo.
Tra le conseguenze più comuni vi sono, ovviamente, l’insorgere di problemi gastrointestinali, dal momento in cui l’introduzione di oggetti estranei nel corpo può causare ostruzioni intestinali, perforazioni o lacerazioni dello stomaco e dell’intestino. Come sappiamo, ingerire materiali duri, taglienti o corrosivi ci espone a danni potenziali estremamente pericolosi, che possono richiedere anche interventi chirurgici d’urgenza.
Non è raro che le persone affette da pica ingeriscano sostanze tossiche o pericolose: mangiare vernice può esporre a intossicazioni da piombo, mentre l’ingestione di detersivi o prodotti chimici può causare avvelenamenti acuti e gravi danni agli organi interni. Se invece ad essere ingeriti sono materiali come terra o altri materiali porosi esterni, è altissimo il rischio che questi siano contaminati da batteri, parassiti o tossine, aumentando il rischio di infezioni gastrointestinali o sistemiche.
Conseguenze dannose per la salute fisica si possono verificare anche nei casi di pica che riguardano prevalentemente l’ingestione di capelli, unghie, tessuti o comunque di oggetti o sostanze non particolarmente pericolose di per sé, ma che possono facilmente danneggiare il nostro apparato digerente e comportare problematiche anche gravi, soprattutto sul lungo termine.
Inoltre, sebbene alcuni casi di pica siano legati a carenze nutrizionali, l’atto stesso di ingerire materiali non alimentari può peggiorare lo stato nutrizionale complessivo e impedire la corretta assimilazione degli alimenti. Ad esempio, il consumo eccessivo di argilla può interferire con l’assorbimento di altri nutrienti essenziali per il nostro organismo e sfociare in casi di malnutrizione grave.
Diagnosi e trattamento della pica
La diagnosi della pica richiede una valutazione medica completa, che includa l’analisi dei comportamenti alimentari del paziente e l’identificazione di eventuali cause sottostanti. È fondamentale distinguere il disturbo pica da episodi temporanei o isolati di ingestione di materiali non commestibili. Secondo i criteri del DSM-5, per essere diagnosticata come pica, l’ingestione deve protrarsi per almeno un mese e non essere culturalmente accettabile.
Per risolvere il problema è necessario adottare un approccio multidisciplinare che vede coinvolti medici, nutrizionisti e psicoterapeuti.
Tra le strategie di trattamento da adottare, combinandole per ottenere il trattamento mirato più indicato a seconda dei casi, vi sono:
- Intervento medico: nel caso in cui sono le carenze nutrizionali il fattore scatenante del disturbo, la somministrazione di integratori di ferro, zinco o altri nutrienti può ridurre o eliminare i sintomi della pica. L’intervento medico, inoltre, è importante in ogni caso, a prescindere delle cause del disturbo, per trattare le eventuali complicazioni fisiche che derivano dall’ingestione di materiali pericolosi.
- Terapia comportamentale: la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è spesso utilizzata per aiutare i pazienti a identificare e modificare i comportamenti disfunzionali. Fornire gli strumenti per gestire lo stress e riconoscere le emozioni e le situazioni che potrebbero scatenare la necessità di ingerire materiali non commestibili è fondamentale per permettere al paziente di intraprendere un percorso di guarigione completo e consapevole.
- Supporto psicologico e sociale: avere intorno a sé un sistema di supporto emotivo e psicologico è cruciale per combattere i disturbi alimentare, come la pica. In alcuni casi, l’intervento di un assistente sociale o di un consulente specializzato è necessario per migliorare l’ambiente domestico o sociale in cui si trova il paziente, riducendo i fattori di rischio per il futuro e permettendogli di trovare la sua dimensione e preservare la propria serenità.
Il disturbo alimentare pica rappresenta una sfida complessa, ma con un intervento precoce e un trattamento adeguato è possibile prevenire gravi conseguenze per la salute. La comprensione delle cause sottostanti e l’individuazione tempestiva del comportamento anomalo possono fare la differenza nella vita delle persone che ne soffrono. Come per tutti i disturbi alimentari è fondamentale sensibilizzare la società intera sull’argomento, promuovendo la consapevolezza e abbattendo le barriere della vergogna o la tendenza a sottovalutare queste problematiche.