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Norwegian Wood: il fascino onirico del Tokyo Blues

A ormai 37 anni dalla sua prima pubblicazione, il romanzo Norwegian Wood mantiene ancora tutta la sua esplosiva attualità. L’opera di Haruki Murakami è un volume sull’adolescenza e la crescita, nonché sull’esperienza di vita. L’autore giapponese narra un conflitto nel quale molti lettori possono facilmente ritrovarsi. Da una parte c’è il desiderio di integrazione nel mondo degli altri, mentre dall’altra c’è la voglia di non omologarsi, di restare sempre sé stessi, costi quel che costi.

All’uscita, il recensore del Guardian scrisse che la costruzione della scrittura di Murakami era così impalpabile e squisita che ogni cosa egli scegliesse di descrivere vibrava di potenzialità simbolica. Da una camicia stesa ad asciugare fino a dei ritagli di carta, fino ancora a un fermafoglio a forma di farfalla. Tutti questi dettagli visivi che l’autore introduce nel testo servono a dare punti di riferimento a chi lo legge, collocandolo materialmente all’interno della storia che sta seguendo. Il romanzo si allontana dalla tipica dimensione onirica e surreale nella quale solitamente si muove Murakami, pur non abbandonandola mai del tutto. In questo modo restituisce un’esperienza vicina alla quotidianità del lettore ed esplora il mondo dei sentimenti e della solitudine.

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Norwegian Wood: il viaggio di Toru

Norwegian Wood resta uno dei più importanti successi della letteratura giapponese. Si tratta di un libro piuttosto intimo e introspettivo, ove troviamo un adolescente, Toru, continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato, o dal timore di poterlo fare, nelle sue scelte di vita. E anche in quelle di amore. Il giovane è dunque piuttosto rassegnato, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale. Altra notevole peculiarità del protagonista è la sua istintiva e profonda avversione per tutto ciò che è, o sembra, finto e costruito. Toru ricorda molto da vicino il giovane Holden, eppure è assolutamente orientale nel suo modo di affrontare la vita e le sfide che essa gli pone innanzi.

Norwegian Wood: libro appoggiato su sfondo grigio
I ricordi di Toru e lo sfondo di una Tokyo sognante e onirica rendono Norwegian Wood una lettura coinvolgente e accattivante.

La sinossi

La vicenda è esplicitamente basata su quanto avviene nel racconto La lucciola, scritto da Murakami nel 1982. Norwegian Wood amplia tale storia e, a detta dello stesso autore, racconta l’amore in maniera estremamente personale.

La sinossi è, già di per sé, molto avvincente. Seguiamo le avventure di Watanabe Toru, simultaneamente protagonista e narratore, il quale si ritrova ad Amburgo, all’aeroporto. Mentre ascolta Norwegian Wood dei Beatles (da cui scaturisce il titolo del libro), ricorda, con precisione estrema, un fatto molto significativo avvenuto 18 anni prima. L’intero romanzo è un lungo flashback che muove proprio da questo momento. L’intera giovinezza del ragazzo è infatti stata segnata da un incontro: quello con Naoko, fidanzata di Kizuki. Quest’ultimo è stato il migliore amico di Toru, nonché – di fatto – l’unico vero confidente su cui il ragazzo potesse contare. Di lui si parla al passato in quanto morto suicida, pochi mesi prima dell’incontro ricordato dal nostro protagonista.

A partire dalla narrazione della conoscenza di Naoko, Toru ci parla del suo amore per lei, divenuto impossibile in seguito al ricovero della ragazza in un istituto psichiatrico, e di quello per Midori, collega dell’università la cui vita è stata profondamente segnata da lutti. Sullo sfondo troviamo tutte le esperienze che segnano il giovane durante tale periodo. Amicizie, amori, difficoltà, insuccessi e una lunga serie di situazioni, nelle quali molti lettori possono ritrovarsi nel corso di questo nostalgico viaggio nell’adolescenza, caratterizzano la prosa magnetica di Murakami e danno origine a un romanzo appassionante.

I temi di Norwegian Wood e tutta la sua malinconia

In Italia e in altri Paesi occidentali, il romanzo è stato proposto con il sottotitolo di Tokyo Blues. Non è un caso. Il genere musicale, per estensione, abbraccia spesso, nel cinema e nella letteratura, la tematica della nostalgia e quella della malinconia, due delle sensazioni più evidenti all’interno dell’opera di Murakami. La città giapponese attraversata da Toru e dai suoi compagni di avventura trasuda questi stati d’animo da tutti i pori. Ciò non significa che la metropoli della giovinezza sia paradisiaca, o idilliaca, e il protagonista soffra l’età adulta. In realtà, il Toru giovane adulto (quello dell’università, che si trova nel momento della vita più significativo per i giapponesi) vive nella solitudine e nello sconforto, continuamente attanagliato da dubbi ed errori. Ciononostante, sarà costretto a prendere decisioni significative, diciamo pure fondamentali, per il suo futuro o saranno la vita e la morte a farlo per lui.

La morte rappresenta un altro concetto molto importante, all’interno di questo volume. La persona più importante nella vita del protagonista, il suo migliore amico, si toglie la vita e Toru ne resta naturalmente molto colpito. Diversamente da quanto faccia Naoko, però, non si lascia consumare del rimorso, bensì si affida alla speranza, perché essa è, nel corso dell’intero romanzo, davvero l’ultima a morire, e accompagnerà il giovane lungo tutta la sua carriera universitaria. Lo sguardo del lettore nei confronti del mondo cambia, proprio come si modifica quello di Toru.

Murakami caratterizza una Tokyo sognante, che potremmo definire onirica. Il tocco sapiente e delicato dell’autore ci immerge in drammi forti e spesso terribili, ma dai quali è possibile risollevarsi, il come ci viene insegnato pagina dopo pagina.

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