La strategia del no contact si suddivide in quattro fasi. Con questo termine inglese, facilmente traducibile in italiano con le parole nessun contatto, intendiamo un modo di affrontare la fine di una relazione sentimentale. A prima vista, può apparire come un metodo brusco e da insensibili, ma in realtà può rivelarsi davvero molto efficace. Le quattro fasi del no contact aprono un percorso di crescita e ritrovamento personale. Esse delimitano e tratteggiano un periodo di rigenerazione, nel quale si può sviluppare una nuova prospettiva di vita, libera dalla dipendenza emotiva precedente. Questo approccio non è solo uno strumento per superare la fine di una relazione, bensì anche un modo per rafforzare autonomia e resilienza emotiva, aprendo la strada a una nuova fase di vita personale e di interazioni con gli altri.
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Perché affidarsi alle quattro fasi del no contact
Ricorrere alle quattro fasi del no contact significa riprendere il controllo della propria vita emotiva dopo la fine di una relazione e farlo attraverso una pausa forzata, che indichi a noi stessi, prima che a tutti gli altri, la necessità di uno stacco netto con il recente passato. Si parte dall’eliminazione totale di interazioni, messaggi, chiamate e presenza sui social media. Ci si prende, di fatto, un periodo soltanto per noi, estraniandoci completamente dalla dimensione che abbiamo lasciato o dalla quale siamo stati allontanati. Chiunque scelga il no contact adotta un distacco da dinamiche passate e potenziali conflitti sospesi e irrisolti. Lo fa con un obiettivo preciso: iniziare un percorso di autoanalisi e ricostruire il proprio benessere individuale.
Non è semplice entrare nell’ordine di idee di staccare completamente dal recente passato. È inutile girarci attorno, il no contact non è per tutti. Alcuni caratteri non sono semplicemente in grado di tollerare un simile isolamento. Chiunque desideri provarci, ad ogni modo, farebbe bene a prepararsi a dovere. Questa preparazione richiede un piano d’azione chiaro e deciso. Iniziamo identificando e rimuovendo ogni possibile tentazione di abbandonare troppo presto questo approccio. Liberiamoci di ogni ricordo persistente dell’ex. Sostituiamo le abitudini che condividevamo con nuove routine, soltanto nostre. Se ne abbiamo bisogno, ed è praticamente sempre questo il caso, costruiamo una rete di supporto. Questa può coinvolgere amici, familiari e, nel caso in cui ci occorra, anche dei professionisti. L’importante è avere persone cui rivolgersi ogni volta che ci sarà da riempire quel senso di vuoto che frequentemente insorge.
Mettere in pratica le quattro fasi del no contact dopo una separazione è di aiuto per molti. La strategia ci evita di riaprire continuamente vecchie ferite. Si tratta di un metodo particolarmente adatto a chi abbia vissuto una relazione tossica, o soffocante, e necessiti di tempo e spazio per riequilibrare la propria vita, al riparo da influenze esterne.
Una panoramica sulle quattro fasi del no contact
Dopo questo doveroso antefatto, esploriamo le quattro fasi del no contact. Tale approccio ci aiuterà a comprendere che la fine di una relazione non è solo un fatto, un evento, un episodio che capita a chiunque. Essa è infatti un vero e proprio processo, spesso difficoltoso da affrontare senza alcun tipo di strategia. In quanto processo, ad ogni modo, è possibile fronteggiarlo dopo accurata segmentazione. Definiamo ogni segmento con il nome di fase e andiamo ad approfondirne ostacoli e obiettivi specifici.
Decisione e distacco
La prima fase è molto delicata. Quando si è presa la non facile decisione di affidarsi al no contact bisogna dedicarsi completamente a questo metodo. Come fare? Iniziamo tagliando ogni ponte e punto di contatto con la persona dalla quale ci siamo allontanati. Troviamo un modo di resistere alla tentazione di ricontattarlo, o ricontattarla, perché altrimenti non faremmo altro che stendere sale su una ferita aperta. Dobbiamo affrontare la realtà di petto: vivevamo una storia ma ora si è chiusa, è terminata, non esiste più. Poco male. Bisogna voltare pagina.
Lottare contro la solitudine
Superato il primo momento ci si sente decisi e determinati ma poi, come un tarlo affamato, ecco che subentra la solitudine. In questa fase bisogna imparare a gestirla. Ci saranno probabilmente momenti di vuoto e nostalgia. Combattiamoli. Teniamo la mente occupata, riempiamo il nostro tempo libero con hobby, amici e qualsiasi attività possa impedirci di rimuginare sul passato. In aggiunta a ciò, poi, evitiamo di spiare l’ex sui suoi profili social. Se può esserci utile, smettiamo proprio di seguirlo o seguirla.
Completare la propria rinascita personale
Una volta che avremo trovato nuovi interessi e non saremo più zavorrati dal passato, il nostro percorso di autocura sarà pressoché completato. A questo punto, è giusto cominciare a raccoglierne i frutti. Con un’autostima rinnovata e fortificata, abbandoniamoci ai nostri interessi, ricerchiamo nuove esperienze e, perché no, costruiamo nuove relazioni.
Accettare una nuova vita
Ultima delle quattro fasi del no contact, quella dell’accettazione è davvero molto importante. Giunti a questo punto, dovremmo aver imparato dagli errori passati ed esserci ricostruiti una forte indipendenza emotiva. A trauma superato, c’è chi decide di riprendere i contatti con l’ex e con le persone della sua sfera sociale. Ci troviamo in cima alla piramide, ben saldi sulle nostre gambe, e non dovremmo più avere alcun problema a rapportarci con rappresentanti di un passato che ci ha fatto stare male. È però perfettamente comprensibile anche la scelta di chi decida di mantenere i ponti tagliati e non abbia alcuna intenzione di tornare ad avere a che fare con l’ex.
Ambedue le posizioni sono perfettamente rispettabili. Quel che conta è l’accettazione di chi siamo noi ora, della realtà che ci circonda e, in definitiva, della nuova vita che ci siamo costruiti dopo l’allontanamento da quella vecchia.
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