Vaso di Pandora

L’asilo nido: l’ausilio per la crescita dei bambini

Sarà giusto iscrivere nostro figlio al nido? È ancora troppo piccolo? Possiamo fidarci delle educatrici? Sono solo alcune delle domande che molti genitori si pongono quando arriva il momento di prendere una delle più ardue decisioni: iscrivere il proprio figlio al nido. Si tratta di domande del tutto naturali se commisurate al contesto, ma è bene sottolineare che queste domande possiedono delle risposte che vanno analizzate e concettualizzate al fine di scegliere serenamente e non trasmettere preoccupazioni inutili al proprio bambino.

L’inserimento al nido è un processo che coinvolge non solo il bambino, ma anche i suoi genitori e il gruppo educativo che si occuperà dell’accoglienza; è necessario che tutte le parti instaurino un rapporto basato sulla fiducia reciproca la fine di ottimizzare l’inserimento del bambino all’interno di un contesto nuovo e tutto da esplorare. Si tratta, ovviamente, di un percorso graduale che vede partecipare inizialmente uno dei genitori, con l’obiettivo di evitare un brusco distacco tranquillizzando il bambino e concedendogli di abituarsi al nuovo contesto, accompagnato dal suo punto principale di riferimento.

Come esplicitato da diversi Psicologi Perinatali, è bene colloquiare con la famiglia per esaminare da un lato le necessità che spingono i genitori a lasciare il proprio figlio durante alcune ore della giornata e, dall’altro, le peculiarità del bambino, per consentirgli di vivere un’esperienza all’insegna del divertimento e del gioco, che gli permetterà di conoscere i suoi coetanei e di sperimentare l’interazione con gli stessi.

Il nido nasce per semplificare gli impegni dei genitori, ma consente al bambino di diventare autonomo e indipendente dal legame con la sua famiglia, in maniera del tutto naturale e soprattutto sicura, evitando traumi che potrebbero interferire con lo sviluppo delle sue abilità socio-cognitive. Pertanto, è impossibile rispondere con precisione alle svariate richieste poste dai genitori, ma è bene sempre prediligere un confronto con il proprio educatore di riferimento al fine di stabilire un piano di crescita adeguato.

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