L’anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che si manifesta con una riduzione volontaria dell’assunzione di cibo, una paura ossessiva di ingrassare e una percezione distorta del proprio corpo. L’anoressia colpisce prevalentemente le ragazze adolescenti, ma può interessare anche i maschi e le persone adulte. Quali sono i sintomi anoressia adolescenza e come riconoscerli?
Sintomi anoressia adolescenza fisici
I sintomi fisici dell’anoressia durante l’adolescenza sono legati alla malnutrizione e alla perdita di peso eccessiva, che possono avere gravi conseguenze sulla salute. Alcuni dei sintomi fisici più comuni sono:
- Diminuzione della massa muscolare e ossea
- Amenorrea, ovvero l’assenza delle mestruazioni
- Ipotermia, ovvero la riduzione della temperatura corporea
- Bradicardia, ovvero il rallentamento del battito cardiaco
- Ipertensione, ovvero l’aumento della pressione arteriosa
- Anemia, ovvero la riduzione dei globuli rossi nel sangue
- Disidratazione e alterazione degli elettroliti
- Caduta dei capelli e fragilità delle unghie
- Secchezza della pelle e delle mucose
- Edema, ovvero il gonfiore dei tessuti dovuto alla ritenzione di liquidi
- Osteoporosi, ovvero la perdita di densità delle ossa
- Alterazioni ormonali e metaboliche
Sintomi anoressia adolescenza psicologici
L’anoressia è un disturbo che porta con sé una serie di sintomi psicologici, tutti strettamente legati alla sofferenza emotiva e alle difficoltà relazionali che caratterizzano le persone che ne sono affette.
Tra i sintomi anoressia adolescenza psicologici, emerge un’alterazione dell’immagine corporea: le persone con anoressia infatti, spesso si percepiscono come sovrappeso, nonostante siano in realtà sottopeso. Inoltre, si osserva un’eccessiva preoccupazione per il cibo, il peso e le calorie, che si manifesta con un rifiuto del cibo e l’adozione di varie strategie per evitare di mangiare. Queste possono variare dal nascondere il cibo, al ricorso a comportamenti dannosi come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi.
Un altro sintomo frequente è una sorta di ossessione per l’attività fisica, che diventa compulsiva e mirata alla perdita di peso attraverso la bruciatura delle calorie. Questo comportamento può poi portare all’isolamento sociale, in quanto la persona tende a ritirarsi dalle attività piacevoli per dedicarsi all’unico scopo di perdere peso.
Il quadro psicologico dell’anoressia durante l’adolescenza si completa con un forte perfezionismo, una rigidità e una scarsa flessibilità mentale, che si accompagnano a una bassa autostima e un costante senso di insoddisfazione per sé stessi. Questi sentimenti si intrecciano spesso con stati di depressione, ansia e irritabilità, che possono a loro volta generare sentimenti di colpa, vergogna e autocritica.
Infine, chi soffre di anoressia spesso sperimenta notevoli difficoltà a esprimere le proprie emozioni e i propri bisogni, contribuendo a creare un circolo vizioso che rende ancora più complessa la gestione del disturbo.
Come aiutare una persona con anoressia
L’anoressia è una condizione seria che richiede un approccio tempestivo e multidisciplinare alla cura. Questo implica un team formato da medici, psicologi, nutrizionisti e familiari, tutti impegnati a lavorare insieme per aiutare la persona affetta. L’obiettivo del trattamento è vario e comprende il recupero del peso corporeo, la correzione delle alterazioni fisiche, la risoluzione dei conflitti psicologici e, in generale, il miglioramento della qualità di vita della persona.
Tra le strategie terapeutiche più efficaci, troviamo, innanzitutto, la terapia nutrizionale. Questa prevede la creazione di un piano alimentare adeguato e personalizzato, progettato per rispettare le esigenze e preferenze del paziente.
Parallelamente, la terapia farmacologica svolge un ruolo fondamentale. L’uso di farmaci specifici aiuta a gestire le complicanze fisiche e i sintomi psichiatrici associati all’anoressia, come la depressione e l’ansia.
In terzo luogo, l’importanza della terapia psicologica non può essere trascurata. Utilizzando tecniche psicoterapeutiche specifiche, si mira ad aiutare il paziente a modificare i pensieri e comportamenti disfunzionali legati al cibo e al proprio corpo. Allo stesso tempo, queste terapie mirano a rafforzare l’autostima del paziente e a sviluppare abilità di gestione dello stress e di comunicazione.
Infine, non si può sottovalutare l’importanza del supporto familiare. Coinvolgere i familiari nel processo terapeutico può essere fondamentale per il successo del trattamento. Fornire loro informazioni, sostegno e orientamento può infatti favorire un clima di fiducia e collaborazione, elemento essenziale per il percorso di cura del paziente.
Tale disturbo, è bene sottolinearlo, non è una scelta volontaria, bensì una malattia che può essere affrontata e gestita con successo grazie all’intervento di professionisti qualificati. Medici, psicologi e nutrizionisti sono pronti a mettere in campo le loro competenze, per guidare la persona verso il cammino della guarigione.
Ma per quanto fondamentale sia l’apporto degli esperti, non bisogna mai sottovalutare il ruolo di coloro che amano e circondano la persona affetta da anoressia. Il sostegno emotivo, l’empatia e la comprensione di amici e familiari possono fare una grande differenza, trasformandosi in un vero e proprio faro durante i momenti di difficoltà.