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Gabbia dorata in psicologia: quando la comodità diventa una trappola

Molte volte, psicologi e psicoterapeuti si trovano a lavorare con persone che, apparentemente, hanno avuto tutto dalla vita. È il caso di chi possa vantare condizioni economiche privilegiate, un’infanzia senza traumi – quantomeno evidenti e manifesti – risultati scolastici eccellenti e, magari, anche un matrimonio che funziona e una vita senza problemi apparenti. Una simile situazione è quella a cui aspira chiunque. Eppure, come si suol dire, non è sempre tutto oro quel che luccica. È infatti possibile, e più frequente di quanto si pensi, che si generi un disturbo ossessivo anche all’interno di una simile cornice. Spesso, infatti, patologie e complicazioni psicologiche trovano terreno fertile anche nelle menti di persone che godono di questi privilegi. In questo articolo definiamo il concetto della gabbia dorata in psicologia e vediamo quali complicanze siano a essa associate.

La gabbia dorata è pur sempre una prigione

Gabbia dorata: una gabbia per canarini con delle candele
Quello della gabbia dorata è un concetto rilevante in psicologia

All’interno di una gabbia dorata si può provare una condizione di vera e propria repressione. Ciò non si deve soltanto alle caratteristiche della cosiddetta gabbia, bensì anche – e soprattutto – alla natura di chi ci vive. Un elemento di cui troppo spesso ci dimentichiamo è che anche l’essere umano, in fondo, non è che un animale. La sua natura non risponde a logiche di normalità, se vogliamo fare uso di questo termine vago, ma utile a spiegare bene l’argomentazione. Le esigenze biologiche che inevitabilmente seguiamo nella nostra vita sono precise e individuali. Non tutti proviamo le stesse sensazioni in relazione alla medesima situazione. Usiamo una metafora per chiarire. Un piccolo appartamento sarà assolutamente perfetto per un gatto. Ciononostante, la stessa abitazione apparirà come una prigione a una tigre.

Le cause della repressione

Per potersi liberare dall’angosciante sensazione di repressione che si prova all’interno di una gabbia è necessario riuscire a individuare i fattori che hanno causato la situazione. Ammettere la loro esistenza è spesso difficile, quando non proprio doloroso. Facendosi aiutare da uno psicologo, è possibile aggirare le difese subconscie e scovare queste motivazioni. Si tratta del primo passo per agire allo scopo di dissolverle. In molti casi, però, all’inizio, ci si rifiuta di riconoscere la condizione di inibizione che ci limita.

Con il passare del tempo la terapia porta ognuno a individuare gli elementi che non hanno avuto precedentemente spazio nella sua vita. Molte volte risulta difficile uscire da uno stato repressivo. La condizione di perfezione apparente è dovuta a situazioni esplicitamente traumatiche. Essa maschera sovente una sensazione di colpa importante. Questa, in molti casi, è quella che non ha permesso all’individuo dare spazio alle pulsioni più primarie. Tali azioni lo avrebbero reso felice e sereno, ben più soddisfatto rispetto a quanto potrà mai essere della sua vita in gabbia, per bella e accogliente che sia.

Evadere dalla gabbia dorata

Uscire dalla propria gabbia dorata è spesso difficile. Bisogna infatti disporre di molto coraggio. Pensiamo a quanto sia difficile confessare a chi ci ha dato tutto (genitori, partner, datori di lavoro…) che non si tratta di quel di cui avevamo bisogno. Abbandonare condizioni di vita comode, e privilegiate, per rischiare e fare qualcosa che ci appassiona veramente non è una strada che tutti sono disposti a percorrere. Per quieto vivere, molti preferiscono rinunciare. La gabbia dorata è un carcere per l’istinto. Per quanto perfetta possa sembrarci la vita, il sistema nervoso parla chiaro: se non ci sentiamo bene nei nostri panni, significa che quella condizione non è ideale per la nostra vera natura.

Per individuare, attivare e canalizzare quegli aspetti di noi che sono rimasti bloccati in qualche momento della vita possiamo ricorrere, sfruttando l’aiuto di uno specialista, al metodo analitico-esperienziale. Potrà fornirici il coraggio, la spinta e gli strumenti necessari ad affrontare la situazione.

La gabbia dorata e la paura del cambiamento

La paura di cambiare, tipica di chi preferisce restare rinchiuso nella propria gabbia dorata, può portarci a elevare barriere difensive, sotto forma di sintomi, come per esempio gli attacchi di panico. Questi meccanismi sono innescati dal nostro encefalo e hanno la funzione di proteggere, seppure in maniera disfunzionale, l’individuo che ne soffre da ogni possibilità di cambiamento. Così facendo, lo portano forzatamente alla rassicurante staticità e all’isolamento. Il timore del cambiamento ci inchioda a rimanere imprigionati nelle nostre comode convinzioni, senza darci possibilità di crescere e maturare in direzione del benessere che ricerchiamo. Ogni volta che ci sentiamo a disagio tendiamo a trovare scuse; ci aggrappiamo a rigide certezze perché abbiamo paura di andare verso quel che non conosciamo ancora di noi stessi.

Se desideriamo un cambiamento, perchè ciò che vediamo e viviamo non ci piace, dobbiamo invertire la prospettiva da cui guardiamo la nostra vita e iniziare a muoverci in modo diverso. Non possiamo aspettare che le cose arrivino senza fare per primi qualcosa di diverso. La paura dell’ignoto ci rallenta, e può addirittura bloccarci, impedendoci di muovere anche un solo passo in avanti. Il timore di non saper gestire la nostra libertà ci tarperà le ali, intrappolandoci all’interno della nostra gabbia dorata. Se ci troviamo in questa situazione, e ce ne rendiamo conto, non esitiamo a contattare uno psicoterapeuta. Egli potrà fornirci un aiuto per ritrovare linfa vitale, dandoci così la forza di sfondare le sbarre della nostra prigione. 

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