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Crisi isteriche nei bambini: sintomi e gestione

Affrontare le crisi isteriche nei bambini, episodi diffusi e comuni in tenera età, richiede una buona comprensione delle cause. In aggiunta, genitori e personale medico che segue il bimbo devono prestare pazienza e mantenere la calma, ricorrendo a una gestione empatica della sintomatologia, per non aggravare l’impatto psicologico del problema.

È possibile gestire queste situazioni spiacevoli in modo sano e costruttivo, ma occorre remare tutti nella stessa direzione: bimbi, genitori e personale medico. Bisogna saper riconoscere i sintomi e gestirli fornendo un supporto adeguato alla delicatezza del momento. La cosiddetta temper tantrum, secondo l’espressione con la quale si definiscono le crisi isteriche nel gergo anglosassone, ormai diffuso anche alle nostre latitudini, è un momento di forte disagio che il bambino sfoga attraverso una crisi apparentemente inarrestabile. Gli episodi sono diffusi in un’età compresa tra i 2 e i 4 anni e, non di rado, finiscono per spiazzare i genitori o chiunque accudisca il piccolo oppure la piccola.

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I più consueti sintomi delle crisi isteriche nei bambini

Le crisi isteriche sono anche note con il nome di attacchi di isteria o convulsioni non epilettiche. Secondo la definizione clinica, si tratta di episodi caratterizzati da manifestazioni fisiche e comportamentali intense, che possono verificarsi con una certa frequenza nei bambini. È importante sottolineare che, a differenza delle più serie e pericolose convulsioni epilettiche, le crisi isteriche non sono correlate ad alcuna attività elettrica anomala all’interno del cervello. I sintomi di una crisi isterica possono includere movimenti incontrollati e inconsueti, urla anche lancinanti, perdita di coscienza temporanea e comportamenti disordinati o inspiegabili.

Riconoscerli è spesso cruciale per poter affrontare la situazione in maniera appropriata. Di frequente, questi episodi hanno a che fare con fattori emotivi, circostanze stressanti o sensibilità del bambino e possono variare notevolmente in durata e intensità. Teniamo sempre a mente che le crisi isteriche sono una reazione a stimoli psicologici esterni impossibili da comprendere a fondo per un organismo così giovane. Esse non segnalano alcuna condizione neurologica sottostante, dunque non leggiamocela per forza. Questo è il primo passo per affrontare situazioni del genere in modo celere ed efficace, evitando di lasciarci trascinare dall’emozione verso conclusioni errate.

Le crisi isteriche nei bambini sono comuni e a tutti i genitori capita, almeno una volta, di dovere affrontare la situazione quando hanno figli piccoli.

Cause e fattori di rischio

Le crisi isteriche possono verificarsi in bambini di qualsiasi età. Tendenzialmente, esse sono più comuni nei primi anni di vita e, in generale, colpiscono più frequentemente le ragazze che i ragazzi. Si tratta però soltanto di statistica. I fattori di rischio sono svariati e possono includere un ambiente familiare stressante per il bambino, traumi emotivi o fisici nonché una predisposizione genetica. Ciò significa che anche in famiglie non problematiche e in situazioni ottimali per i più piccoli, possano verificarsi attacchi di isteria. È fondamentale sottolineare come, sebbene l’esperienza di una crisi isterica possa essere spaventosa tanto per il bambino quanto per i genitori, essa non rappresenti mai un pericolo diretto per la salute fisica.

Anche in assenza completa di fattori di rischio è possibile trovare cause sottostanti alle crisi isteriche. Esse sono spesso legate a un’elevata eccitabilità del sistema nervoso centrale, magari accoppiata a una profonda difficoltà nel gestire le emozioni. In svariati casi, l’episodio può essere scatenato da situazioni generanti ansia o stress eccessivo, come quelle elencate in precedenza ma non solo. Per affrontare al meglio il disturbo è consigliabile interpellare un professionista della salute mentale, affinché porti a termine una valutazione approfondita.

Come gestire le crisi isteriche nei bambini

Gestire le crisi isteriche è complesso. Per riuscirci al meglio è necessaria una buona empatia, un’elevata dose di pazienza e una discreta conoscenza delle strategie di supporto raccomandate in questi casi. Il genitore, o il caregiver che presti prima assistenza, deve mantenersi calmo, evitare di farsi prendere dal panico e mostrare ansia o preoccupazione. Al bambino va fatto percepire un ambiente sicuro, confortevole e accogliente. Può sembrare banale ma in realtà è di fondamentale importanza. Se dovesse sentirsi forzato, controllato o costretto, il bimbo proverebbe ancor maggior disagio, la sua ansia aumenterebbe e la crisi si farebbe più duratura e complicata da sedare.

Gli episodi non sono generalmente troppo lunghi, ma non commettiamo l’errore di pensare che a pianto terminato sia tutto a posto. Continuiamo a fornire rassicurazioni e una cornice accogliente. Con bambini più grandicelli, ma volendo anche con i più giovani, teniamo una comunicazione aperta, affermando come vada tutto bene e reiterando che il brutto momento sia concluso. Inoltre, forniamo tutto il sostegno emotivo del caso. La vittima, per così dire, deve essere accompagnata nell’elaborazione dell’esperienza. La consulenza di un professionista specializzato in psicologia infantile aiuta ed è consigliata, ma non necessaria se gli episodi sono sparuti e si concludono rapidamente.

Le crisi isteriche sono esperienza di vita, in tutto e per tutto parte del processo di crescita e maturazione dei più piccoli. Si tratta di un modo per imparare a comunicare, per cui non preoccupiamoci troppo se non è necessario. Premuriamoci soltanto di comprendere da cosa sia stata scatenata la crisi, accertandoci che non nasconda qualcosa di più profondo.

Leggi anche: “Riflessioni sull’attuale condizione di adolescenti e giovani adulti

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