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Pavor nocturnus e autismo: come sono collegati i due fenomeni?

Il pavor nocturnus, noto anche come “terrore notturno”, e l’autismo sono due condizioni che – sebbene non correlate – possono coesistere in alcuni individui.
Si tratta di due disturbi distinti, ma comprendere il modo in cui si manifestano è fondamentale per riconoscere i casi in cui questi si presentano insieme, così da fornire il giusto supporto e trattamento a coloro che ne soffrono.
Di seguito andremo a esplorare le caratteristiche del pavor nocturnus e dell’autismo e cercheremo di capire come questi possono essere collegati e come agire per curarli nel modo più appropriato.

Correlazioni tra pavor nocturnus e autismo

Se è vero che si tratta di due condizioni distinte, il pavor nocturnus e l’autismo possono essere correlati e coesistere in alcuni individui.

Una breve definizione di autismo

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato principalmente da difficoltà nella comunicazione, nell’interazione sociale e dal manifestarsi di comportamenti ripetitivi o stereotipati. Si tratta di un disturbo che può presentare sintomi diversi in base ai casi specifici e con differenti livelli di gravità. Tra i sintomi comuni ci sono difficoltà nel comprendere e interpretare le emozioni degli altri, sensibilità sensoriali molto elevate o, al contrario, particolarmente ridotte, interessi ossessivi o comportamenti ripetitivi.

Cos’è il pavor nocturnus e perché è frequente nelle persone autistiche?

Il pavor nocturnus è un disturbo del sonno comune nell’infanzia, e in particolare nell’età prescolare. Questa espressione, che si può tradurre letteralmente come “terrore notturno”, indica quel fenomeno che si caratterizza per i risvegli improvvisi durante la fase del sonno profondo – detta fase non-REM profondo – seguiti da uno stato di terrore.
Durante un episodio di pavor nocturnus, il bambino può sembrare sveglio, ma è inconsapevole dell’ambiente circostante, il ché lo catapulta in uno stato di disorientamento e paura. Si verifica solitamente nella prima parte della notte, quando cioè si piomba nel sonno più profondo.
Il bambino che soffre di pavor nocturus potrebbe manifestare reagire agli episodi gridando, sudando e presentano respiro affannato e battito cardiaco accelerato.
Tale condizione dura solitamente pochi minuti e può essere particolarmente spaventosa sia per il bambino che per i genitori.

Come noto, le persone con autismo sono ipersensibili agli stimoli sensoriali, come rumori forti o luci brillanti. Questi stimoli possono scatenare episodi di pavor nocturnus durante il sonno, in quanto il cervello reagisce in modo eccessivo agli stimoli esterni accumulati e immagazzinati durante la veglia. Inoltre, le persone con autismo tendono a soffrire di ansia o a percepire le situazioni sociali o nuove come particolarmente stressanti: ansia e stress sono tra i fattori che generalmente favoriscono l’insorgere di episodi di pavor nocturnus come reazione nella fase di sonno profondo.
Non a caso l’autismo è spesso accompagnato da disturbi del sonno, come l’insonnia, il sonno frammentato o, appunto, il pavor nocturnus.

lenzuola stropicciate su un letto
Il pavor noctursus è un disturbo da non sottovalutare che può causare grossi disagi nel bambino che ne soffre, soprattutto in caso di autismo.

Approcci alla gestione e al trattamento

La gestione e il trattamento del pavor nocturnus e dell’autismo variano a seconda delle esigenze individuali della persona, dal momento in cui si tratta di due fenomeni con sintomi e manifestazioni strettamente correlati a fattori personali, ambientali e sociali.

Tuttavia, alcuni approcci possono rivelarsi particolarmente utili nel trattamento dei due disturbi, laddove complementari e affiancati dal supporto di specialisti.

In linea generale, avere una routine del sonno coerente e rilassante può aiutare a ridurre i sintomi del pavor nocturnus e migliorare la qualità del sonno. In particolare, creare un ambiente di sonno confortevole e sicuro può aiutare il bambino a ridurre le possibilità di incorrere in questi episodi. Questo può includere l’uso di luci notturne, rumori bianchi o giocattoli rassicuranti.

Laddove il pavor nocturnus è particolarmente frequente, e soprattutto in caso di autismo, può essere utile praticare quotidianamente tecniche di rilassamento, come la mindfulness o il respiro controllato, per ridurre l’incidenza di questi episodi.

Il supporto di specialisti della salute mentale per la gestione dell’autismo e delle sue complicanze, è fondamentale per ottenere risultati positivi e permettere al bambino di sviluppare le strategie di gestione giuste. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, è particolarmente utile per aiutare le persone con autismo che soffrono di pavor nocturnus, soprattutto se integrata con trattamenti complementari e correlata a una rete di supporto consapevole dei disturbi di cui soffre il bambino. Coinvolgere la famiglia e l’ambiente educativo è infatti cruciale per fornire supporto emotivo e pratico alla persona affetta, oltre a implementare strategie di intervento efficaci.

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