Tutti cerchiamo un partner. Indipendentemente dal fatto che desideriamo qualcuno con cui condividere la vita, o semplicemente una persona per distrarci per qualche tempo, siamo costantemente alla ricerca di un compagno o una compagna. In fin dei conti, l’uomo è un animale sociale. Ma come scegliamo il partner? Nell’arco di vita di ognuno di noi abbiamo a che fare con centinaia di persone, se non addirittura migliaia. E allora come facciamo a sceglierne una piuttosto che un’altra? Quali sono i fattori che ci fanno preferire questo al posto di quello? In questo approfondimento, abbiamo raccolto i concetti cardine delle principali teorie psicologiche e sociali, per poter rispondere a queste domande. Iniziamo subito a dire che non c’è una risposta chiara e certa, bensì soltanto alcune ipotesi, a cui possiamo credere o meno. Vediamo quali sono.
La teoria evolutiva
Siamo a conoscenza di due teorie principali che hanno guidato il pensiero scientifico sull’argomento. La prima è la cosiddetta teoria evolutiva, secondo la quale ciò che ci attira sono i comportamenti, le caratteristiche fisiche e quelle della personalità. Siamo attratti da questi elementi a causa di un richiamo che è presente nel nostro inconscio fin dalla proverbiale notte dei tempi. Quello di riprodurci e garantire un prosieguo alla nostra specie. I tratti che riteniamo sexy, come ad esempio le curve nelle donne o il fisico scolpito nell’uomo,ci attraggono esattamente per questa ragione. Prima ancora di conoscere una donna, l’uomo è convinto che se è particolarmente formosa sarà in grado di garantire sopravvivenza alla prole nei primi mesi, quelli in cui è più vulnerabile. Similmente, un uomo robusto e ben piazzato sarà in grado di proteggere la famiglia da rischi e pericoli.
Parliamo di calcoli mentali che possono essere lontanissimi dalla realtà. La donna giovane e formosa potrebbe anche essere una pessima madre. L’uomo muscoloso, forse, è soltanto qualcuno che si scolpisce in palestra, senza avere neppure un briciolo di coraggio. Magari, scapperebbe a gambe levate di fronte a un pericolo. Tutto questo, però, la nostra mente non lo sa e si limita a misurare quanto aumenti le possibilità di sopravvivere e riprodursi. L‘approccio evolutivo, secondo questa teoria, prevede che le differenze biologiche e anatomiche tra uomini e donne comporteranno preferenze specifiche per la selezione dei partner.
La biologia umana impone che le donne in gravidanza abbiano bisogno di aiuto e protezione. La loro fertilità, inoltre, sarà limitata dal tempo. A fronte di questi antefatti, ha senso che gli uomini in grado di fornire protezione siano considerati attraenti dalle donne e che le donne giovani, quelle più fertili, siano attraenti per gli uomini.
Gli studi portati avanti nel corso degli ultimi decenni, non a caso, dimostrano che quando si parla di relazioni a lungo termine le donne sottolineano l’importanza dei parametri di status, mentre gli uomini favoriscono la giovinezza.
La teoria del ruolo sociale
La seconda teoria è quella del ruolo sociale. A svilupparla fu la psicologa americana Alice Eagly. Secondo la studiosa, più che il richiamo atavico dell’evoluzione e del prosieguo della specie umana sarebbero i processi sociali della nostra vita quotidiana (e non quelli biologici) a determinare le scelte relazionali. A detta di Eagly e di chi ha affinato la sua teoria, le regole che normano la selezione dei partner sono dettate dai ruoli che le donne e gli uomini occupano nella società. Le preferenze delle persone alla ricerca di un compagno, dunque, cambiano seguendo la mutazione dei ruoli sociali e delle norme. Ad esempio, le donne sono attratte dagli uomini con potere e denaro. Ciò si deve al fatto che la società limita la loro capacità di guadagnarne in autonomia. Dunque devono raggiungere quel determinato status attraverso il matrimonio.
Se in un domani più o meno remoto la maggior parte delle posizioni di potere e denaro fosse ricoperta da donne, allora lo status e la ricchezza di un uomo conterebbero molto meno. A quel punto, molto cambierebbe e i principali criteri di selezione diverrebbero, per una donna, bellezza, giovinezza e prestanza fisica maschile. Ambedue le teorie possono contare su un elevato numero di studiosi che le sostengano o critichino.
Come scegliamo il partner e come lo abbiamo fatto negli ultimi 50 anni
Nel corso degli ultimi 50 anni, ma anche qualcuno in più, abbiamo potuto assistere ad alcuni cambiamenti fondamentali nelle preferenze degli uomini e delle donne. Ad esempio, dal momento che mantenere una vita confortevole, con un solo stipendio, è diventato difficile nei paesi occidentali – e poiché la maggior parte delle donne in quei paesi lavora e guadagna – sia gli uomini sia le donne mettono più enfasi di un tempo sullo status socio-economico del partner, quando scelgono un compagno con cui trascorrere la vita. All’opposto, le faccende domestiche, come le capacità culinarie e gestione della casa, non sono più considerate criteri importanti per la selezione di un partner, da nessuno dei due sessi. Questi cambiamenti evidenziano l’impatto della cultura e della società su quel che riteniamo attraente.
Quali che siano le motivazioni, le ricerche degli ultimi decenni evidenziano l’esistenza di alcune leggi di attrazione. Indipendentemente dal fatto che siano evoluzionistiche o sociali, esse regolano il processo generale di selezione di un compagno a lungo termine. Questo è un fatto. Non sappiamo se una delle due ipotesi sia più attendibile dell’altra, come non sappiamo se vi siano altre possibili teorie da affiancare a queste (sebbene ve ne siano, ma non riscuotono lo stesso credito da parte della comunità scientifica). Quel su cui tutti ci troviamo d’accordo, è il fatto che ci siano dei canali preferenziali che seguiamo, quando dobbiamo scegliere la persona con cui trascorrere la nostra vita, o soltanto qualche settimana.