I disturbi del comportamento alimentare sono patologie molto invalidanti che rientrano tra i disturbi psichiatrici più diffusi tra i giovani a livello globale. Pur portando a gravi deterioramenti fisici e psichici, molto spesso sono sottovalutati e non vengono riconosciuti in tempo. Per questo motivo, è fondamentale sapere come riconoscere i campanelli d’allarme che indicano la presenza di DCA.
Dato che la maggior parte dei sintomi dei disturbi alimentari potrebbe svelarsi durante i pasti, i membri del nucleo familiare del soggetto che inizia a soffrirne sono spesso i primi a ritrovarsi davanti a comportamenti alimentari anomali. Per questo bisognerebbe imparare a riconoscere i sintomi di DCA, così da agire in tempo e correre ai ripari.
I segnali da non sottovalutare
Ogni disturbo alimentare ha i suoi sintomi e provoca conseguenze diverse sulla salute psicofisica della persona che ne soffre. Alcuni effetti dei DCA possono essere simili, altri completamente diversi; infatti, all’inizio può essere difficile individuare esattamente di quale disturbo si tratta, l’importante è cogliere i campanelli d’allarme e rivolgersi subito a degli esperti.
Il primo sintomo che potrebbe far sospettare di un disturbo alimentare è la preoccupazione e l’ossessione per la forma e il peso del proprio corpo. Spesso, infatti, queste patologie sono associate ad una paura immotivata di ingrassare, che porta la persona a limitare fortemente le quantità di cibo e a concentrarsi esclusivamente sulla perdita di peso.
Infatti, un altro segnale è rappresentato dalla tendenza alla restrizione alimentare: si tende a ridurre drasticamente l’assunzione di cibo, a volte eliminando completamente alcuni cibi dalla propria dieta o addirittura sottoponendosi a veri e propri digiuni più o meno lunghi. Questo comportamento può portare ad un grave stato di malnutrizione e può causare danni irreversibili alla salute. Questi sintomi sono spesso legati al disturbo dell’anoressia nervosa, che spinge il soggetto che ne soffre a diventare ossessionato dal cibo, portandolo a fare il conto delle calorie e dei grammi di qualsiasi alimento per restare sotto il numero di calorie giornaliere che ci si è prestabiliti. Infatti, anche il conteggio ossessivo delle calorie e la grammatura dei cibi, se attuati in maniera costante, possono diventare campanelli d’allarme.
Inoltre, anche sintomi di “compensazione” potrebbero celare un disturbo alimentare, come ad esempio il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o diuretici e l’esercizio fisico eccessivo. Questi atteggiamenti sono spesso messi in atto come meccanismi di “compensazione” per eliminare quello che si è assunto durante il pasto.
Disturbi come il binge eating e la bulimia sono caratterizzati dalla stessa fase iniziale: l’ingerimento vorace di qualsiasi tipo di cibo tramite un’abbuffata. Si differenziano in seguito, dato che chi soffre di bulimia dopo l’abbuffata mette in atto meccanismi di compensazione per eliminare tutto quello che si è ingerito; invece, chi soffre di binge eating si ferma e non fa niente per compensare l’assunzione di cibo.
Perdita di peso significativa in breve tempo, stanchezza cronica, capelli e unghie fragili, vertigini, costipazione, disturbi gastro-intestinali potrebbero essere sintomi di un DCA in rapida evoluzione, dato che trattasi di conseguenze visibili di chi ha già messo in atto da tempo comportamenti alimentari anomali. Inoltre, un sintomo importante che segna l’insufficienza dell’assunzione di cibo è l’amenorrea. Questo, se protratto nel tempo, può portare a gravi complicazioni per la salute della donna.
Come comportarsi se si sospetta che il proprio figlio abbia un DCA
Come detto in precedenza, di solito i genitori e gli altri membri della famiglia sono i primi ad accorgersi dei campanelli d’allarme che potrebbero celare la presenza di un disturbo alimentare. Per questo è fondamentale saperli riconoscere e saperli affrontare nella maniera più corretta.
Esprimere le proprie preoccupazioni è il primo step fondamentale per aiutare chi soffre di DCA, e sicuramente non è facile intraprendere un discorso così delicato che pone le basi per l’inizio del percorso di guarigione. L’importante è restare calmi e non fare critiche mentre si condividono le proprie preoccupazioni: per ottenere una conversazione produttiva bisogna concentrarsi sui comportamenti che si sono osservati, senza giudicare la persona a noi cara. Non bisogna parlare dei cambiamenti di peso o della forma fisica, piuttosto bisogna concentrarsi sui cambiamenti del comportamento alimentare che si sono notati a tavola, e cercare di parlarne con molta delicatezza.
Una volta affrontato il discorso, bisogna ricordare al nostro caro che la guarigione è una strada possibile, e che ci sono team di esperti pronti ad aiutare e supportare insieme a tutta la sua famiglia.
In seguito, bisogna informarsi e chiedere l’aiuto del medico che spiegherà immediatamente i passi da effettuare per percorrere la strada verso la guarigione.Il trattamento dei DCA talvolta può essere lungo e tortuoso, ma grazie all’aiuto di specialisti del settore e alla vicinanza e l’amore della propria famiglia è possibile uscirne e tornare a condurre una vita normale.