Con il termine “afefobia” si indica quella paura irrazionale, o sensazione di intensa ansia e disagio, che una persona prova nei confronti del contatto o del tocco fisico.
Riconoscere questa condizione tramite test mirati, che permettono la valutazione dei sintomi, è fondamentale per affrontarla e gestirla.
La fobia del contatto può infatti condizionare in maniera significativa le capacità e le modalità di interazione sociale e incidere negativamente sul benessere mentale e la qualità della vita.
Imparare a riconoscere i segnali e quali sono i test per identificare l’afefobia è il primo passo da compiere per affrontare questa condizione e ricorrere all’appropriato supporto professionale.
Quali sono i test per riconoscere l’afefobia?
I sintomi dell’afefobia possono manifestarsi in diverse forme e intensità e nelle varie fasi della vita di un individuo. Questi possono scatenarsi in età adulta, ma anche fin dall’infanzia o durante la fase adolescenziale.
Soffrire di afefobia vuol dire provare forte disagio o sensazioni di paura e terrore quando ci si trova a stretto contatto con altre persone o vi è l’eventualità di essere toccati fisicamente.
Questa condizione può intensificarsi nel tempo ed è bene riconoscerla e prenderne atto prima che assuma derive patologiche, tali da influenzare la quotidianità e la stabilità mentale.
In caso di ricorrenti o significativi episodi di disagio o di ansia legati al contatto fisico con altre persone, è bene ricorrere a dei test di autovalutazione. Analizzare i propri comportamenti e le proprie reazioni, laddove vi siano dei campanelli di allarme, è fondamentale per comprendere se questi siano sintomi o avvisaglie afefobia.
Come tutte le fobie, quella per il contatto fisico, può rappresentare un ostacolo determinante per il benessere generale di una persona e condizionarne l’esistenza: ecco perché riconoscerla è fondamentale per agire e acquisire gli strumenti e le strategie per controllare e superare questa condizione.
I sintomi principali dell’afefobia
- Sensazioni di ansia e paura intense causate da vicinanza e contatto: l’afefobia si manifesta nella maggior parte dei casi attraverso un disagio significativo quando si è vicini alle persone o si prevede di essere toccati. Questa sensazione può essere tale da generare terrore, agitazione incontrollata, sensazioni di panico, fino a sudorazione eccessiva o accelerazione del battito cardiaco.
- Evitare il contatto fisico: mettere in atto strategie e utilizzare scuse per evitare abbracci, strette di mano o qualunque altra forma di tocco, anche in situazioni di normalità e con persone care, può essere un segnale di afefobia.
- Preoccupazioni e timori preesistenti: provare disagio riguardo l’eventualità di contatto fisico, anche in situazioni che non comportano un rischio reale, potrebbe indicare la presenza di afefobia. Evitare situazioni di socialità, o addirittura visite mediche e trattamenti fisici ed estetici che prevedono il contatto fisico, solo per non incorrere nel rischio di dover essere toccati, può costituire un campanello di allarme da testare e valutare.
Riconoscere l’afefobia per gestire questa condizione
Vivere con la paura del contatto fisico vuol dire fare esperienza di sensazioni incontrollate di ansia, irrequietezza o timore intenso in caso di vicinanze o tocchi corporali.
Riflettere su queste reazioni, analizzarne la frequenza e l’incidenza nella vita quotidiana, permette di riconoscerne l’intensità. Evitare attivamente le interazioni fisiche, o sperimentare disagio costante in situazioni ad alta possibilità di contatto, può essere indice di afefobia ed è bene agire e prenderne atto per salvaguardare il proprio benessere.
L’afefobia influisce in maniera significativa sulle capacità sociali e sulle relazioni personali, condizionando moltissimi aspetti della vita quotidiana.
Soffrire di afefobia può generare situazioni di isolamento anche gravi, stati di ansia diffusa o di depressione che se trascurati possono sfociare in patologie psicologiche severe.
L’afefobia può avere conseguenze negative anche sulla salute fisica: chi soffre di questa condizione tende infatti ad evitare visite mediche, anche in caso di necessità o di fronte all’insorgere di malattie o di problemi fisici.
L’importanza del supporto psicologico
Se si riscontrano molti dei segnali sopra descritti o si sospetta di soffrire di afefobia, è consigliabile cercare supporto professionale e intraprendere un percorso di terapia psicologica.
La portata invalidante di questa fobia, soprattutto nel lungo termine, non è da sottovalutare e per superarla è necessaria la guida di un professionista della salute mentale.
In questo modo, il paziente potrà individuare le origini e le modalità con cui si manifesta la paura del contatto e adottare le strategie più appropriate per gestirla.
Affrontare l’afefobia richiede tempo e impegno: le strategie più efficaci prevedono un approccio graduale e mirato finalizzato a ripristinare un rapporto più confortevole con il contatto fisico.
La terapia psicologica è fondamentale proprio perché permetterà di riconoscere quelle che sono le cause scatenanti e i pensieri che generano tale difficoltà, così da fornire gli strumenti al paziente per razionalizzare le sue paure e conoscere sé stesso.
Sentirsi a proprio agio con il contatto fisico è fondamentale per avere un rapporto sano e confortevole anche con il proprio corpo, per vivere a pieno le relazioni personali e le interazioni quotidiane e riacquisire il controllo della propria vita.