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Fibromialgia: quali sono le cause psicologiche

La fibromialgia è una condizione complessa e debilitante caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso, affaticamento cronico, problemi di sonno e sensibilità aumentata. Quali siano i fattori scatenanti di questa patologia è ancora oggi oggetto di studio, ma diverse teorie e ricerche medico scientifiche non escludono l’incidenza di cause psicologiche, che possono giocare un ruolo significativo nella comprensione e nella degenerazione di questa complessa condizione dolorosa.

Le cause psicologiche hanno un ruolo nella comparsa e nello sviluppo della fibromialgia?

La medicina e la ricerca scientifica si interessano da anni alla fibromialgia per comprenderne le cause e le terapie più adeguate, molte delle quali non sono ancora chiare.
Recentemente, la psicologia, la psichiatria e la neurologia stanno dedicando attenzione crescente a questa condizione, dal momento in cui le correlazioni tra la comparsa e l’intensificarsi dei sintomi e la condizione psicologica del paziente hanno rivelato punti di contatto sempre più rivelanti.

Stress, traumi e alterazioni neurologiche possono causare la fibromialgia?

Tra i principali fattori psicologici associati alla fibromialgia vi è lo stress cronico e l’effetto dei traumi emotivi sulla nostra persona. Studi sull’argomento infatti hanno riscontrato che molte persone affette da fibromialgia hanno vissuto eventi stressanti o traumi emotivi significativi nel periodo antecedente l’insorgenza dei primi sintomi. Lo stress altera la produzione di cortisolo presente nel nostro organismo e può influenzare significativamente il sistema nervoso centrale, aumentando la sensibilità al dolore e contribuendo al manifestarsi dei sintomi.

Dal punto di vista neurologico invece è stato constatato che molti soggetti affetti da fibromialgia presentano alterazioni nella percezione del dolore e nella regolazione delle risposte dolorifiche. Studi effettuati su diversi pazienti hanno evidenziato un’iperattività anomala che riguarda le regioni cerebrali coinvolte nella percezione del dolore, unitamente a una ridotta attività delle aree responsabili dell’inibizione del dolore.

Che la nostra risposta e percezione del dolore sia condizionata dalla nostra mente non è una novità e la percentuale di casistiche che associa queste condizioni all’insorgenza della fibromialgia non può essere sottovalutata nello studio di questa particolare patologia.

uomo seduto sul letto si tiene la testa con una mano per il dolore dell'emicrania
I dolori fisici causati dalla fibromialgia sono generati o peggiorati da cause psicologiche?

Le correlazioni bilaterali tra la fibrobialgia e gli stati di ansia e depressione

La maggior parte delle persone affette da fibromialgia presentano i sintomi di ansia e depressione. La relazione tra queste condizioni e la fibromialgia è complessa e bidirezionale e rende ancora oggi difficile distinguere le dinamiche di causa ed effetto.
Non è una novità affermare che convivere con dolori fisici cronici può comportare l’insorgenza di disturbi psicologici, quali stati di ansia o depressione. Ma allo stesso modo è scientificamente dimostrato che questi stessi disturbi psicologici, laddove preesistenti, possano contribuire ad aggravare condizioni di dolore fisico e alterare la tolleranza e la percezione del nostro sistema nervoso.

La sfida che questa tematica pone alla medicina e alla psicologia è proprio quella di comprendere in che modo queste condizioni sono correlate.

Questi disturbi sono una causa o una conseguenza della fibromialgia?

La stessa domanda sorge di fronte ai disturbi del sonno, tipici sia di questa particolare condizione dolorosa che dei disturbi correlati ad ansia e depressione. Se è vero che il riposo irregolare o insufficiente può influenzare negativamente la gestione e la sensibilità al dolore, è anche vero che lo stress, l’ansia e la depressione possono causare e peggiorare i disturbi del sonno.
Il legame tra disturbi del sonno e fibromialgia è dunque bidirezionale o esiste una specifica dinamica di causa ed effetto non ancora individuata e dimostrata?

Qual è l’approccio terapeutico più indicato in caso di fibromialgia?

Allo stato attuale della ricerca scientifica sull’argomento, l’approccio maggiormente consigliato in caso di fibromialgia è quello multidisciplinare.

Ad oggi, i risultati migliori, in termini di gestione della patologia e riduzione dei sintomi dolorosi, si sono ottenuti grazie alla commistione di trattamenti fisici, medici e psicologici.

Dal punto psicologico, uno degli approcci più efficaci è quello della terapia cognitivo-comportamentale. La TCC aiuta a identificare e controllare i pensieri negativi, a sviluppare strategie di coping per gestire il dolore e, soprattutto ad affrontare consapevolmente lo stress e l’ansia associati alla condizione.

Inoltre, tecniche di gestione dello stress come la mindfullness, la respirazione profonda e il rilassamento muscolare progressivo si sono rivelate utili nel migliorare la qualità del sonno ridurre la percezione del dolore.

Considerato l’impatto emotivo e pratico che la fibromialgia ha sulla vita quotidiana di chi ne soffre, è sicuramente necessario ricorrere al supporto psicologico da parte di professionisti e intraprendere percorsi di psicoterapia paralleli ai trattamenti medici per la gestione dei sintomi e del dolore. Il sostegno da parte di professionisti per gestire il dolore e tutelare il benessere mentale si rivela decisivo nel facilitare il paziente ad affrontare questa patologia.

Sebbene le cause esatte della fibromialgia siano complesse, non ancora del tutto chiare e coinvolgano una combinazione di fattori, l’aspetto psicologico gioca sicuramente un ruolo significativo nella manifestazione e nel trattamento della condizione.
Nel frattempo che la ricerca arrivi a fornire risposte e approcci sempre più mirati ed efficaci, la scelta migliore per favorire la qualità della vita di chi soffre di fibromialgia, è quella dell’approccio integrato, che tiene conto in egual misura degli aspetti fisici e di quelli emotivi.

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