La presenza di persone negative accanto a noi può influenzare profondamente il nostro quotidiano. Comprendere chi sono e come affrontare la loro energia può fare la differenza tra un ambiente positivo, di crescita e miglioramento per tutti, e uno, al contrario, irto di ostacoli. Ciò vale in casa, sul lavoro e all’interno di qualunque altra cerchia sociale.
Nell’approfondimento che segue esploreremo cosa intendiamo per persone negative, come l’atteggiamento di questi individui possa influire sulle vite di chi stia loro attorno e quali siano le radici psicologiche di questa negatività. Per creare relazioni sane e sostenere il benessere emotivo e psicologico di tutte le parti in interlocuzione è importante comprendere e identificare i soggetti non positivi e le cause della loro negatività. Attraverso l’empatia, l’impiego di una comunicazione aperta e un approccio sensibile, è possibile affrontare la negatività in modo costruttivo, creando spazi che favoriscano la crescita e il benessere di tutti.
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Chi sono le persone negative?
Definiamo come persone negative tutti gli individui che tendono a concentrarsi principalmente – o addirittura soltanto – sugli aspetti problematici, le difficoltà e gli ostacoli presenti in ogni frangente e situazione. Questi soggetti sono soliti esprimere scetticismo, criticare costantemente quel che accade e lamentarsi con una frequenza innaturale e spesso insopportabile. Tale atteggiamento può avere un impatto palpabile sull’energia di un ambiente e il benessere delle persone che lo abitano. Inevitabilmente, infatti, tutti affronteranno peggio la loro giornata perché stimolati a farlo da chi non vede nulla di luminoso.
La negatività può manifestarsi in diverse sfumature e intensità. Talvolta è un atteggiamento critico occasionale, temporaneo e che non suscita eccessivo fastidio in chi passi buona parte della giornata con la sorgente di detto atteggiamento. Altre volte invece, nei casi più gravi, è una costante prospettiva pessimistica, che attanaglia le persona dovunque e comunque, intossicandone la vita sociale.
Nessuna persona esce dalla culla totalmente positiva o totalmente negativa. All’interno di ognuno esiste un bilanciamento tra questi due stati d’animo. Esso non è mai equo e chiunque possiede una indole più vicina a uno dei due poli, solitamente plasmata dal proprio percorso di vita. Nella maturazione compiamo una sorta di scelta, pur senza accorgene direttamente. Decidiamo quale dei due approcci sia più adatto a noi e al nostro vissuto e ci incamminiamo su una strada che percorreremo, nella maggior parte dei casi, per tutta la vita.
Un identikit delle persone negative
Non tutte le persone negative sono uguali. Così come non lo sono neppure quelle positive. Se dovessimo fornire un identikit dell’individuo tipicamente negativo potremmo usare questo pentalogo di tratti tipici. Facciamo attenzione a chi sia solito:
- Cercare l’impossibile. Un individuo sbilanciato verso la negatività non riesce ad accettare come possa esserci qualcosa di non ottenibile nell’arco vitale di una singola persona. La frustrazione fa parte dell’esistenza e non sempre si raggiungono gli obiettivi prefissati o desiderati. Chi non realizza questa insindacabile verità prova disagio e sofferenza.
- Desistere davanti alle difficoltà. A chi non capita di fallire? L’importante è accettare le cadute e rialzarsi, impegnandosi più di prima per superare l’ostacolo. Non per una persona negativa, molto più prona a mollare e arrendersi immediatamente.
- Prendere le cose troppo sul serio. La parola chiave qui è troppo. Non c’è nulla di male nell’affrontare le esperienze con serietà, quando però non si superano piccoli disaccordi o a tollerano sviste e brutte figure, perché se ne fa un dramma, la causa è probabilmente un eccesso di negatività nel nostro carattere.
- Lamentarsi come stile di vita. Sempre e comunque. Classico segno di riconoscimento per tutte le persone negative.
- Paragonarsi agli altri e non essere mai soddisfatti. Se molte persone si ispirano a modelli e vogliono imitarli, un individuo negativo lo fa per superarlo, per essere migliore. È un gesto di sfida, più che di miglioramento personale. La cosa peggiore è che, quando non riesce a fare di più, finisce per disprezzare l’altro, invidiandolo soltanto, senza vederlo più come termine di paragone.
L’impatto sull’ambiente circostante
L’aspetto peggiore dei rapporti con le persone negative è che rendono tossico anche l’ambiente che le circonda. Nei rapporti con loro si può sperimentare un senso di frustrazione, stress e persino una diminuzione di autostima e fiducia in sé stessi. L’energia portata da chi si trova in questa condizione è costantemente orientata al negativo e complica il perseguimento di obiettivi, il mantenimento di una prospettiva positiva e l’instaurazione di relazioni sane. Una costante esposizione a simile mestizia influisce sul benessere mentale e sulla complessiva qualità della vita. Saper gestire chi presenti queste caratteristiche può agevolarci molto la vita quotidiana. Talvolta ciò significa evitare completamente questo tipo di compagnie.
Le cause psicologiche della negatività
Da che cosa deriva la negatività? Dare una spiegazione unica non è semplice. Gli psicologi hanno individuato alcuni possibili fattori dai quali scaturirebbe la condizione:
- Esperienze passate. Eventi traumatici o esperienze vissute in precedenza lasciano un segno duraturo. Chi ha attraversato momenti di grande stress o sfide difficili potrebbe aver sviluppato una prospettiva pessimistica.
- Prospettive limitanti. Chi considera i propri limiti ostacoli insormontabili, o nutre scarsa fiducia in sé, vedrà probabilmente la propria vita, e le sfide poste da essa, come barriere alle quali non avvicinarsi e desisterà prima di mettersi alla prova.
- Fattori ambientali. Le circostanze di crescita e sviluppo incidono fortemente sull’adulto che sboccerà e ne influenzano la prospettiva di vita. Chi matura in famiglie negative corre il rischio di essere plasmato alla stessa maniera.
- Condizioni mentali. Chi lotta contro ansia o depressione potrebbe accusare tale battaglia, percependo gli eventi in maniera negativa e valutandoli attraverso lenti troppo scure e pesanti.
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