Vaso di Pandora

Cos’è il Taijiquan: la danza degli equilibri interiori.

Il Taijiquan – da noi oggi conosciuto come la tipica ginnastica cinese – è in realtà un’arte marziale molto antica: le sue origini, infatti, risalgono alle dinastie dei Tang, dei Song, degli Yuan, ma non si ha una data precisa che ne segna l’inizio.

Com’è nato il Taijiquan? 

Esistono molteplici leggende che ne narrano la potenziale nascita, anche se tutt’ora la loro veridicità è incerta: la più “canonica” racconta di un monaco taoista, Zhan San Feng, che – verso il 1200 d.C. – stava ammirando la lotta tra un serpente e una gru; ciò da cui rimase meravigliato era la contrapposizione tra la precisione, l’eleganza, e la velocità della gru, e la mobilità e i movimenti sinuosi del corpo del serpente. Alla fine, nessuno dei due vinse perché entrambi abbandonarono il duello, ma su questi principi si basa la nascita della disciplina. 

La sua divulgazione tra le successive generazioni ha permesso anche la fondazione di stili diversi, ma che hanno sempre in comune proprio quegli elementi e quelle qualità che i due animali hanno messo nel combattimento: l’equilibrio interiore e l’utilizzo dell’energia interiore e dell’avversario, creando un alternarsi continuo di movimenti che trasmettono armonia ed eleganza non solo a chi la guarda, ma anche e soprattutto a chi la pratica.

Quali sono i fondamenti del Taijiquan?

Questa arte marziale basa la sua essenza nella contrapposizione tra lo yin e lo yang, le due forze che muovono l’universo: secondo questa teoria, ogni cosa esiste in funzione del suo contrario, e quindi – trasposta nel combattimento tra gli uomini – a ogni azione del combattente corrisponde una reazione di difesa e di successivo attacco dell’avversario. Il principio che questa disciplina sfrutta è che nell’energia degli altri è possibile trovare l’energia di noi stessi, e così l’energia dell’avversario può essere utilizzata a nostro piacimento per coordinare corpo, mente e spirito e per trovare l’equilibrio tra i movimenti, creando un flusso continuo e armonioso del nostro corpo.

Nonostante esistano diverse scuole di pensiero, riportiamo qui di seguito i dieci principi fondamentali su cui si basa questa disciplina:

  1. Avere la mente concentrata, essere focalizzati con la mente raggruppando l’energia alla sommità del capo;
  2. Arrotondare la schiena e svuotare il torace;
  3. Rilassare la vita;
  4. Distinguere il vuoto e il pieno;
  5. Abbassare le spalle e far scendere i gomiti;
  6. Usare l’intenzione e non la forza;
  7. Accordare parte superiore e inferiore del corpo;
  8. Creare armonia tra l’ambiente esteriore e interiore;
  9. Creare continuità e fluidità nei movimenti;
  10. Mantenere la calma nel movimento.

È inoltre possibile definire come comune denominatore di tutti gli stili la forza che parte dalla stabilità dei piedi – quasi ancorati al suolo – e che si propaga nelle mani, con movimenti flessibili e leggeri di tutto il resto del corpo. A ciò, viene affiancata una respirazione mirata a unire corpo e mente, motivo per il quale è importante imparare a gestirla: in genere si usa la respirazione addominale normale, nella quale durante l’inspirazione l’addome si gonfia, e nell’espirazione si sgonfia; al contrario, durante i movimenti veloci ed esplosivi, si effettua una respirazione addominale inversa che sgonfia l’addome durante l’inspirazione e lo gonfia durante l’espirazione. Tutto ciò è finalizzato a una maggiore consapevolezza del proprio corpo nello spazio, che si unisce all’ambiente circostante in un legame tanto indissolubile quanto potente.

Durante il percorso di studi, oltre a imparare come sfruttare le proprie energie e quelle dell’avversario, si impareranno anche vari passi singoli che, uniti in una sequenza, andranno a creare ciò che viene definita Forma” del Taijiquan. Esistono tantissime Forme che possono essere praticate sia a mani nude sia con l’utilizzo di armi: le più utilizzate sono la spada, il bastone, la sciabola e il ventaglio.

Oggi, il Taijiquan è diffuso a livello mondiale, e possiamo suddividere tutti i praticanti in tre gruppi:

  • Amatori: chi lo pratica per svago e per diletto;
  • Agonisti: chi decide di competere;
  • Ricercatori: chi continua a ricercare la vera natura dei Taijiquan e a diffonderla.

A seconda dello scopo per il quale si pratica questa attività marziale, ci saranno anche diversi tipi di allenamento: infatti, nell’allenamento agonistico bisogna seguire un programma definito che mira a rendere i tempi più brevi in vista delle competizioni; al contrario, nell’allenamento tradizionale, il principio fondamentale che lo governa sostiene che solo attraverso lunghi periodi di pratica si potrà padroneggiare completamente la disciplina.

Quali sono i benefici del Taijiquan?

Il Taijiquan è una forma d’arte ed è una disciplina completa, che influenza la sfera fisica, psicologica, e relazionare: dal punto di vista fisico e salutare, alcuni studi hanno dimostrato che persone che soffrono di alcune malattie metaboliche, degenerative, neurodegenerative, e legate all’apparato muscolo-scheletrico, possono beneficiare di questa attività. Inoltre, aumenta la coordinazione e l’equilibrio del corpo andando a rafforzare i muscoli, migliorando la mobilità articolare e correggendo la postura. Infine, può aumentare la capacità polmonare, abbassare la glicemia, aiutare la circolazione sanguigna, lubrificare le articolazioni, e rende i movimenti più elastici.

Per di più, dal punto di vista psicologico ed emotivo, promuove la gestione delle emozioni, dell’irrequietezza, dell’ansia, e dell’aggressività, ristabilendo una pace interiore tra corpo e mente; inoltre, aumenta la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante.

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