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Come la psicologia può aiutare i genitori durante l’adolescenza dei figli?

La vita di una madre e un padre è costellata da una moltitudine di problemi che spaziano dal sostentamento dei propri figli, al duro lavoro, fino ad arrivare alle tasse da pagare e ai mille sacrifici da fare. A volte i genitori sono così assorti dalla vita caotica che sembrano dimenticarsi che i propri figli non sono degli eterni bambini ma ovviamente vanno incontro ad una crescita e con ciò i genitori si ritrovano catapultati da un momento all’altro ad affrontare quello che molti di loro temono: il cambiamento. Nello specifico un cambiamento relazionale, tipico dell’adolescente, sia con i propri coetanei, sia con i propri genitori. 

I cambiamenti da sempre generano sentimenti di preoccupazione, in quanto eliminano la vecchia stabilità raggiunta in passato. Le emozioni negative inoltre vanno ad amplificarsi se non si hanno i giusti strumenti per affrontare i cambiamenti nel modo dovuto. Proprio per questo la psicologia viene in aiuto offrendo le giuste conoscenze e i mezzi necessari per capire che non c’è nulla da temere e che tutto ciò è un processo fisiologico indispensabile al proprio figlio, dalla quale nessuno può sottrarsi. 

Essere genitori autorevoli ma non autoritari

Tra i problemi più comuni con la quale i genitori devono fare i conti c’è il carattere scontroso del proprio figlio adolescente, che farà di tutto per andare contro il volere del genitore, soprattutto se i limiti e le regole imposte sono percepite dal ragazzo come qualcosa di autoritario e ingiusto. Più una regola sarà vista in modo negativo dal ragazzo e più crescerà la probabilità che tale regola sarà infranta, in modo da confermare il proprio potere sul genitore, per cui è necessario stabilire regole che non siano troppo ristrettive, in quanto c’è da ricordare che non si ha più a che fare con dei bambini. Inoltre è molto importante dettare delle regole che vadano incontro anche alle necessità e bisogni del tutto nuovi del proprio figlio, in modo che la viva come una protezione e non come un’imposizione

Altro punto molto importante è lasciare che i propri figli sbaglino, sperimentino, senza essere troppo protettivi. Nonostante il compito di un genitore sia andare sempre in soccorso al proprio figlio, una volta che ha raggiunto l’adolescenza, ci si deve rassegnare al fatto che non sempre hanno bisogno di voi, per questo si deve mollare la presa, lasciando la possibilità che vostro figlio sperimenti liberamente. L’iperprotettività dei genitori, com’è chiaro che sia, non aiuta nel raggiungimento dell’autonomia personale della quale l’adolescente ha bisogno. 

Il dialogo alla base di tutto

Se c’è una cosa che non deve mai mancare tra un genitore e il proprio figlio è la comunicazione, a maggior ragione se si tratta di un adolescente, dal momento che la paura data dal cambiamento non colpisce soltanto i genitori ma anche i ragazzi, perché in primis si trovano a sperimentare una nuova situazione data dal cambiamento sia corporeo che mentale. Non c’è dialogo se non c’è ascolto, quindi un buon genitore deve innanzitutto ascoltare l’adolescente, accogliendo le sue fragilità e i suoi timori. In aggiunta si deve saper dare importanza anche a quegli argomenti che all’occhio di un adulto possono sembrare stupidi e banali ma per un’adolescente non lo sono affatto.

Quando i problemi diventano più gravi

Che il proprio figlio adolescente sia sempre scontroso con i genitori può costituire di per sé qualcosa che arreca dolore ai genitori, dacché si sentono di aver fallito come tali. Però tra i problemi che possono sorgere e causare maggior dolore e dispiacere ai genitori c’è sicuramente l’assistere ad un cambiamento che va oltre il semplice cambiamento fisico o relazionale e che porta il figlio ad essere violento e ad attuare azioni illegali.

Come detto in precedenza l’adolescenza porta con sé dei cambiamenti che possono riguardare anche la sfera comportamentale. Molte volte gli adolescenti per sentirsi affermati su un proprio gruppo di pari possono ricorrere a violenza ed episodi di bullismo. Questo comportamento antisociale viene associato ad una mancanza di empatia con conseguente: 

Incapacità di capire le emozioni altrui, quindi non capire il vissuto emotivo del ragazzo oggetto di violenza.

Incapacità di prevedere l’effetto delle proprie azioni sulla vittima 

Quando contattare lo psicologo 

La psicologia non viene in aiuto solo nei confronti dei genitori che si trovano alle prese con nuovi equilibri familiari, ma viene in soccorso anche quando i comportamenti dei propri ragazzi diventano un problema per la serenità della famiglia e degli altri. Chiedere aiuto ad uno psicologo non è mai sinonimo di debolezza. Contattare un professionista significa saper riconoscere i propri limiti in quanto si deve essere consci che tutti ne abbiamo e che nessuno è invincibile. 

Quando i comportamenti del proprio figlio adolescente diventano una problematica, come nel caso di violenza, rivolgersi ad uno psicologo è il primo passo da fare. Nonostante il dialogo genitore-adolescente è sempre essenziale, alcune volte si deve saper stare un passo indietro e lasciare che qualcun altro risalga all’origine della violenza e capisca se si tratta di un tratto stabile della personalità o se sia legato a determinate situazioni e compagnie. 

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