Una ragazza è stata trovata morta nell’università Iulm di Milano mercoledì 1 febbraio 2023.
A rinvenire il cadavere della giovane studentessa, appeso ad una porta, nei bagni, con una sciarpa legata attorno al collo è stato un custode.
Tra le ipotesi, quella del suicidio, ma non si esclude lo strangolamento.
La ragazza aveva solo 20 anni, aveva origini sudamericane e risiedeva nel capoluogo lombardo. Una volta trovato il cadavere sono stati allertati il 118 e i carabinieri che hanno constatato il decesso e avviato le indagini.
Il corpo della ragazza non presenterebbe evidenti segni di violenza e questo avvallerebbe maggiormente la prima ipotesi. Ulteriori conferme deriverebbero anche dal rinvenimento di un biglietto, sul posto, in cui la ventenne ha manifestato i suoi intenti suicidi.
È ormai un dato di fatto che sono in aumento le morti causate dalla pressione sociale sull’università come performance. Dedicare spazio e tempo al dibattito sulla salute mentale e alle solitudini dovrebbe essere un obbligo in un luogo di aggregazione come l’università che non dovrebbe solo erogare nozioni e preparare i giovani al mondo del lavoro ma abituarli a pensare e formarli per la vita.
Per rendere l’idea di quanto questo problema sia di natura collettiva condividiamo gli ultimi dati OMS: Nel 2000 sono morte suicide circa un milione di persone: si calcola che il tasso globale di mortalità sia di 16 per 100 mila, con una morte ogni circa 40 secondi. Negli ultimi 45 anni il tasso di suicidio è cresciuto del 65% in tutto il mondo. Oggi il suicidio è considerato una delle tre principali cause di morte fra gli individui di età compresa tra i 15 e i 44 anni, in entrambi i sessi. Senza contare i tentati suicidi, fino a 20 volte più frequenti.