Almeno una volta nella vita tutti ci siamo persi al supermercato: non avevamo genitori incoscienti ma solo ricordi falsi, almeno nella maggior parte dei casi.
Fino all’età di 15 anni, lo psicologo infantile Jean Piaget era convinto di essere stato rapito all’età di due anni. Ne parla in uno dei suoi libri elencando i dettagli, ricordi vividi e reali nella sua mente: persino la sua tata gli narrava quell’evento. La realtà è ben diversa: la tata si era inventata tutto per ricevere una ricompensa da parte dei genitori.
Perché ricordava così vividamente la vicenda?
Siamo abituati a pensare alla nostra memoria come un grande archivio contenente tutti i nostri ricordi, come un videoregistratore. Troviamo la cassetta, riavvolgiamo il nastro e il ricordo appare, ma così non è. I nostri ricordi funzionano più come una pagina di Wikipedia: sia noi che altri utenti possono modificare le voci creando “falsi ricordi”. Col passar del tempo, i ricordi vengono deformati o addirittura ricostruiti, a seconda della sfumatura emotiva affibbiatagli. La mente ricostruisce artificialmente da pezzi e cocci, come avviene per un déjà-vu, mettendo in relazione eventi e momenti spesso distanti, se non addirittura privi di relazione.
Ecco cos’è un “effetto Mandela” e deve il suo nome al ricordo distorto, nato da un’indagine di Fiona Broome, circa la mai avvenuta morte in carcere del presidente sudafricano. Tutti gli intervistati ricordavano erroneamente la vicenda storica ma senza alcuna fonte concreta, spinti da emotività e dicerie.
Questo fenomeno è stato poi riscontrato in centinaia di altri casi simili, con analoghe convinzioni e shock “da verità”. Il Mandela effect può sia farci ricordare in maniera errata frasi o momenti celebri, sia alimentare una spirale di fake news e complotti. Come abbiamo visto all’inizio del 2021 con l’assalto al Campidoglio da parte dei complottisti di QAnon negli USA ciò può mettere a repentaglio la nostra stessa libertà e ciò che crediamo reale.
Numerose le prove scientifiche a riprova della distorsione della nostra memoria verso una direzione positiva o che accresce il nostro Ego senza che nessun altro intervenga. Potremmo ricordare di essere stati degli studenti modello o di aver vissuto eventi incredibili: però i nostri ricordi forse vogliono suggerirci chi preferiamo essere. Forse ci insegnano che il passato può ingannarci ma il nostro presente è solo nelle nostre mani, al netto degli errori della nostra memoria e delle nostre convinzioni.