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L’intelligenza artificiale nella salute mentale: prospettive dei pazienti

Come “giovane” psichiatra seguo con grande entusiasmo lo sviluppo che l’intelligenza artificiale sta avendo nel contesto della salute mentale. 

Scrollando il feed di Google mi sono imbattuto in uno studio pubblicato nel 2024 sul JMIR Mental Health, dove si sonda la percezione delle persone sull’uso dell’AI per il trattamento della salute mentale. 

Nello studio si evidenzia una significativa lacuna nella valutazione globale dei fruitori di AI, non tenendo in considerazione la prospettiva dei pazienti.

In questo articolo, commenterò i risultati dello studio e le possibili implicazioni nel real world.

Risultati dello studio sull’intelligenza artificiale nella salute mentale

Lo studio ha coinvolto un campione di 500 adulti statunitensi, analizzando i benefici percepiti, le preoccupazioni e i valori associati all’uso dell’AI in salute mentale.

Il quadro è complesso: quasi la metà dei partecipanti (49,3%) ritiene che l’AI possa essere potenzialmente utile, sebbene tale opinione cambi in relazione alle caratteristiche socio demografiche dei partecipanti (P<.05).

In particolare, individui di origine afroamericana (odds ratio [OR] 1.76, 95% CI 1.03-3.05) e persone con un livello di alfabetizzazione sanitaria più basso (OR 2.16, 95% CI 1.29-3.78) tendono a mostrare una visione più favorevole dell’uso dell’AI, mentre le donne appaiono meno propense a considerarla vantaggiosa.

Preoccupazioni dei pazienti

Le preoccupazioni principali espresse dai partecipanti riguardano l’accuratezza dell’AI, il rischio di diagnosi errate e la perdita della riservatezza dei dati personali. 

Un altro timore diffuso è la possibile riduzione del rapporto umano tra paziente e professionista sanitario, facendo venire meno la relazione che dovrebbe essere la chiave del percorso di cura. 

L’80,4% degli intervistati ha sottolineato l’importanza di comprendere i fattori individuali che determinano il rischio per la salute mentale, puntando, giustamente, alla psichiatria di precisione, della quale abbiamo parlato in questo articolo pubblicato su Nature Medicine.

La questione della responsabilità

Un aspetto significativo emerso dalla ricerca riguarda le responsabilità in caso di valutazioni errate: la maggioranza dei partecipanti ritiene che la responsabilità debba ricadere sul professionista sanitario, piuttosto che sull’AI stessa. 

Questo riflette il fatto che, nonostante la fiducia crescente nelle potenzialità dell’AI, i pazienti continuino a vedere nel professionista umano il garante ultimo della propria salute.

Sfide per il futuro

Questi risultati sollevano interrogativi cruciali per il futuro della salute mentale: come possiamo garantire che l’AI migliori effettivamente il benessere dei pazienti senza compromettere la relazione umana

Come possiamo fare in modo che l’AI rappresenti uno strumento di supporto per il professionista, e non un sostituto? 

La risposta risiede in un’integrazione equilibrata, in cui l’AI offra supporto e analisi, mentre il professionista continui a garantire l’umanità e la comprensione alla base di ogni intervento terapeutico.

Conclusioni sull’intelligenza artificiale nella salute mentale

L’AI ha il potenziale per trasformare la salute mentale, e lo farà, anche in campo diagnostico, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di ascoltare le preoccupazioni dei pazienti e dalla facoltà di integrare le tecnologie in modo etico e rispettando il rapporto terapeutico

Credo fermamente che il futuro dell’AI nella salute mentale debba basarsi su una sinergia tra tecnologia e umanità. Come ci insegna Ray Kurzweil, l’AI è stata proprio creata a partire da approfonditi studi di neuroscienze, che hanno iniziato a replicare la complessa e affascinante mente umana. 

Per quanto possa avere superato un Q.I. (quoziente intellettivo) di 120, l’AI rimane, per ora, una nostra creazione, uno strumento da conoscere e tenere al nostro fianco per essere messo a disposizione delle persone e per non venirne assorbiti e, forse, dominati.

Bibliografia:

Benda N, Desai P, Reza Z, Zheng A, Kumar S, Harkins S, Hermann A, Zhang Y, Joly R, Kim J, Pathak J, Reading Turchioe M. Patient Perspectives on AI for Mental Health Care: Cross-Sectional Survey Study. JMIR Ment Health. 2024 Sep 18;11:e58462. doi: 10.2196/58462. PMID: 39293056; PMCID: PMC11447436.

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