Quella del babyloss, che in inglese significa perdita di un figlio, è una delle esperienze più devastanti che un genitore possa vivere. Con il giusto supporto, quanto mai fondamentale, e l’elaborazione corretta del lutto, è possibile ritrovare serenità e speranza nel futuro. In questo articolo vogliamo affrontare questo difficile argomento, approfondendo la tematica e provando a dare consigli e suggerimenti a chiunque si trovi in questa drammatica situazione, o a chi voglia stare a fianco di amici e parenti che stanno vivendo un frangente così duro.
Un trauma molto severo
Il termine babyloss, come si è già dato modo di intendere, indica la tragica perdita di un figlio durante la gravidanza o, al limite, poco dopo la nascita. Si tratta di un trauma profondamente doloroso. Non serve sottolineare come possa lasciare segni indelebili, sia nella vita dei genitori sia in quella dei loro cari. L’esperienza del babyloss non è rara come si potrebbe pensare. Se ne parla poco perché, molto spesso, viene vissuta in silenzio. Esiste infatti un tabù sociale che circonda la morte di un neonato o un feto. Molti genitori, di fronte a questa sofferenza, si sentono isolati e incapaci di esprimere il proprio dolore.
La perdita di un figlio, in fin dei conti, è una delle esperienze più devastanti di fronte a cui la vita possa porci. La sofferenza che ne deriva si manifesta in varie forme: dal senso di colpa all’angoscia profonda, dalla rabbia allo smarrimento. L’accezione della parola babyloss non riguarda soltanto la morte fisica del bambino, bensì anche la perdita di quei sogni, quelle aspettative e quelle speranze legate alla sua vita futura. Ogni genitore immagina una vita condivisa con il proprio figlio, e quando questa prospettiva viene strappata via, la frattura emotiva che ne consegue si fa profonda e difficile da rimarginare.
Spesso, chi è chiamato ad affrontare questa situazione non deve vedersela soltanto con il proprio dolore, ma anche con la difficoltà di comunicare e condividere la sua esperienza con gli altri. La società in cui viviamo, molto spesso, non offre lo spazio per elaborare adeguatamente questo tipo di lutto. Ciò accentua inevitabilmente il senso di solitudine provato, nonché una sensazione di inadeguatezza. Il primo passo verso una corretta elaborazione del dolore resta quello di comprendere la portata di questo trauma.
L’effetto della perdita di un figlio sulla psiche
L’impatto della perdita di un figlio sulla psiche dei genitori, come si può facilmente immaginare, è devastante. Il babyloss colpisce innanzitutto la sfera emotiva, ma poi, in seconda battuta, i suoi effetti si estendono a quella psicologica. Quando lo fanno, provocano disturbi che possono variare, tanto in intensità quanto in durata. Tra i più comuni troviamo depressione, ansia, disturbi del sonno e attacchi di panico. In molti casi, i genitori vivono una profonda crisi esistenziale. Si domandano perché sia successo a loro e come potranno continuare a vivere senza il figlio che tanto desideravano. Tra le reazioni più frequenti troviamo il senso di colpa, che può manifestarsi sotto diverse forme.
Alcuni genitori si colpevolizzano per aver fatto qualcosa di sbagliato durante la gravidanza, anche quando non vi è in realtà alcun motivo razionale per attribuirsi delle responsabilità. Altri provano invece un senso di vergogna o inadeguatezza, come se non fossero stati capaci di proteggere il proprio bambino. Questi sentimenti sono del tutto normali e fanno parte del processo di elaborazione del lutto. Possono però diventare insostenibili, se non vengono affrontati correttamente.
La perdita di un figlio può inoltre mettere a dura prova le relazioni interpersonali. La coppia genitoriale, in particolare, è spesso esposta a tensioni e incomprensioni. Ciascun partner può reagire in modo diverso al dolore e questo incide, inevitabilmente, anche sul loro rapporto. Indipendentemente da quanto fosse saldo in precedenza. È fondamentale che i genitori trovino il modo di sostenersi a vicenda, cercando di mantenere un dialogo aperto e onesto. Anche, e soprattutto, nei momenti più difficili. La tragedia del babyloss – è opportuna metterla nel giusto ordine di gravità – va affrontata assieme, senza divisioni. La coppia di genitori deve farsi forza a vicenda.
Elaborare un simile lutto
Elaborare il lutto per babyloss richiede tempo e pazienza. Non esiste un percorso univoco o lineare, poiché ogni individuo affronta il dolore in modo diverso. Non bisogna avere fretta di superare il dolore. Ciascuno deve concedersi il tempo necessario per piangere e accettare la perdita, senza sentirsi sotto pressione. Il supporto psicologico è fondamentale in questa fase. Rivolgersi a un terapeuta specializzato in lutto perinatale può offrire uno spazio sicuro in cui esprimere emozioni difficili da comunicare altrove. Attraverso il dialogo terapeutico, si impara a dare un senso al dolore. Un altro passo importante è quello di creare rituali personali per commemorare il figlio perduto. Tra i rimedi più noti abbiamo la creazione di un diario, la piantumazione di un albero o la partecipazione a gruppi di sostegno per genitori. Condividere il proprio dolore con chi ha attraversato una perdita simile è confortante, poiché aiuta a sentirsi compresi e meno soli durante il percorso di guarigione.
Si deve riuscire a integrare il dolore nella propria vita, trovando un nuovo equilibrio emotivo e psicologico. Con la perdita occorre saper convivere, non bisogna venirne sopraffatti.
Riprendersi dal babyloss
Riprendersi dal babyloss è un processo lungo e delicato. Riuscirci richiede un impegno costante, occorre saper rielaborare il dolore e trovare un nuovo significato nella vita. Non esiste alcuna guarigione definitiva, ma è possibile costruire un percorso di crescita che permetta di ritrovare un certo grado di serenità. Il lutto va accettato, mantenendo vivo il ricordo del figlio perduto e facendosi forza allo scopo di non finire schiacciati sotto il peso del dolore. È necessario sapersi prendere cura di sé stessi.
Attività come meditazione, sport e/o cura del corpo possono aiutare a ristabilire un equilibrio interiore, alleviando ansia e depressione. Non ci si riprende dal babyloss dimenticando il figlio scomparso, bensì onorandone la memoria e trasformando le emozioni legate a un addio prematuro in ispirazione e resilienza.
Leggi anche: “I benefici della scrittura sulla salute“