Nel lontano 1977 il cantante Franco Califano esce con il suo album forse più famoso, intitolato Tutto il resto è noia. All’interno si trova anche il singolo omonimo, che è diventato una hit immortale. A quasi 50 anni di distanza, infatti, è una delle canzoni italiane più famose di tutti i tempi. Califano, autore prolifico, paroliere di livello, produttore discografico, viveur e playboy, inserisce numerose tematiche nella sua canzone. Le principali che si possono individuare sono due. La prima è quella della depressione, messa sotto una luce alquanto particolare. Essa è infatti strettamente legata al narcisismo, nei versi di questo inno. In secondo luogo dobbiamo aggiungere i vani tentativi di riparazione dell’autostima, quando tutte le sue fonti di sostentamento primarie sono state brutalmente recise dagli episodi della vita.
Per Narciso, tutto il resto è noia
I tratti narcisistici che troviamo nel testo della canzone Tutto il resto è noia possono essere considerati come un’espressione moderata, sebbene ugualmente patologica, di quello che chiamiamo disturbo narcisistico della personalità. Esso si caratterizza per comportamenti arroganti e svalutanti. Questi sono dovuti a un’onnipresente sensazione di disporre di diritti speciali, a mancanza di empatia e a una tendenza allo sfruttamento deliberato degli altri. Quel che conta, infatti, è soltanto il raggiungimento dei propri scopi. Ci troviamo di fronte alla più classica delle forme di narcisismo, che psicologi e psichiatri studiano ormai da decenni. Gli elementi patologici di questa condizione sono facilmente identificabili oggi (nel ’77 era più complicato, poiché la disciplina era meno raffinata) e sono tutti associabili a una certa instabilità emotiva.
Le emozioni esperite dal protagonista di Tutto il resto è noia e da chi si trovi nelle stesse condizioni dell’uomo cantato da Califano sono prevalentemente negative. Il narcisista, infatti, sperimenterà rabbia, depressione, collera, senso di vuoto e ansia. Il disturbo narcisistico presenta però anche una seconda forma, che si definisce subclinica e presenta numerosi aspetti della forma piena, ma è meno invalidante. Probabilmente, questo inquadramento è più adatto a un’analisi psicologica di Tutto il resto è noia, dal momento che la canzone non evidenzia questioni centrali del narcisismo vero e proprio, quello più grave e maligno, bensì mette in luce soltanto alcuni aspetti della condizione. Leggendo il testo ci accorgiamo infatti che Califano non mette in luce né la tendenza a idealizzare e svalutare le persone né la sensazione di valere, sempre e comunque, più degli altri.
L’uomo cantato da Califano
Tutto il resto è noia è la storia di un uomo schiavo della sua seduttività complessa. Probabilmente specchio dello stesso Califano di quel periodo (e dell’intera carriera, stando alla sua reputazione). Questo protagonista mette in moto, e mantiene attiva per l’intera canzone, una vera e propria macchina difensiva narcisistica, per ottenere il suo scopo e allontanare da sé il naturale sentimento e la tipica socialità tra esseri umani. Verso il termine della canzone possiamo chiaramente distinguere anche un accenno alla depressione. Ciò non deve stupire e dimostra che il cantante conosceva davvero certe dinamiche, o si è comunque informato in fase compositiva. Quando infatti, per qualunque motivo, i comportamenti ritualizzati che sostengono la falsa autostima del narcisista vengono a cessare, esso precipita in un momento di down depressivo che può anche diventare importante.
L’uomo della canzone fa proprio quel che fa ogni narcisista: mantiene la sua autostima nutrendola di seduzione rituale. Si consideri il verso:
“Sì, d’accordo l’incontro, un’emozione che ti scoppia dentro, l’invito a cena dove c’è atmosfera, la barba fatta con maggiore cura.
La macchina a lavare ed era ora, hai voglia di far centro quella sera, si d’accordo ma poi..”
In queste due righe scarse c’è tutto il senso della vita del narcisista. Da grandi aspettative, bei ristoranti, apparenze curate e serate galanti si passa a provare un senso di vuoto incolmabile, che non viene riempito da nessuna notte romantica con una donna. Ed ecco qua lo sbalzo emotivo che contraddistingue la vita del nostro eroe. Egli non prova mai gioia, bensì soltanto noia, come evidenzia lo stesso cantante durante il ritornello. Più avanti, nella canzone, Califano lascerà cogliere una certa volontà di vivere un’intimità più significativa. Anche in quel caso, però, l’aspettativa sarà presto tradita da una nuova notte consumata a sfruttare l’altra soltanto come oggetto sessuale. E di nuovo, tutto il resto è noia.
Se tutto il resto è noia la vita non può essere soddisfacente
Quel che conta, per il protagonista di Tutto il resto è noia, è soltanto dimostrare al partner (ma principalmente a sé stesso) di essere un abile amante. Non si tratta di un rapporto comunicativo, incentrato sul piacere condiviso, si desidera soltanto appagare sé stessi. Come si intuisce dal finale, la vita di questa persona resta sempre triste e deprimente. Anche quando l’ultima relazione occasionale si fa stabile, più per l’impraticabilità di altre scelte che per desiderio, il narcisista continua a mettersi in mostra, invitando amici a casa e dando feste. Ancora una volta, tutto quanto non sia mettersi su un piedistallo è noioso. Il problema, però, a questo punto, comincia a essere che ci si annoia anche di quel che il resto non è, poiché anche il mantenimento della propria autostima si fa noioso.
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