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Doomscrolling: cos’è e come affrontarlo psicologicamente

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di “doomscrolling”.
Il termine sta a indicare quel fenomeno di scorrere compulsivamente tra le pagine di siti web, social media o altre piattaforme digitali che condividono notizie, alla ricerca di fatti negativi o catastrofici.
Questa pratica, nata parallelamente al sempre più massiccio aumento di divulgazione di notizie e fatti di cronaca tramite social media o blog online, si è esasperata negli ultimi anni e in particolare durante la pandemia da Covid-19 a partire dal 2020.

Il doomscrolling spesso contribuisce a generare nell’utente stati d’animo di ansia, stress, inquietudine e allerta costante.
I suoi effetti potenzialmente negativi sulla salute mentale e sul benessere psicologico non vanno sottovalutati. Per questo motivo è importante riconoscere se siamo vittime di questa tendenza per affrontarla in tempo, prima che vada a condizionare significativamente la nostra vita quotidiana.

Cos’è il Doomscrolling?

Il doomscrolling, o doomsurfing, indica quella tendenza di ricercare costantemente nuove cattive notizie da leggere, scorrendo attraverso i contenuti proposti da giornali o blog online e social media. Anche se tali notizie generano ansia, tristezza o preoccupazione, chi è vittima del doomscrolling si sentirà impossibilitato dall’interrompere tale ricerca, alimentando un loop di negatività e frustrazione, proprio come accade per tutte le dipendenze.

Per alcune persone, questa abitudine può includere la lettura di articoli su eventi catastrofici, partecipare o consultare discussioni su temi controversi, o semplicemente l’osservazione di immagini, video e contenuti che suscitano preoccupazione o ansia, senza approfondire i singoli argomenti.
Laddove tale tendenza non è sporadica, ma diventa una prassi quotidiana e caratterizzante dell’utilizzo delle piattaforme online, è bene correre ai ripari per poter uscire da questo flusso infinito di notizie negative.

Il neologismo inglese è entrato nell’Oxford Dictionary nel 2020: letteralmente infatti indica lo scrollare (scrolling) sullo schermo dello smartphone, ma anche del tablet o del pc, per informarci sulle sventure di vario genere (dooms) che accadono nel mondo.

Durante la pandemia da Covid-19 le cattive notizie provenienti dai media abbondavano e l’isolamento forzato ha facilitato lo sviluppo di tale tendenza: e è proprio a partire dal 2020 che il fenomeno ha coinvolto un numero preoccupante di persone, molte delle quali già inclini ad ansia e depressione.

Perché tendiamo a cercare brutte notizie?

Diversi studi sul fenomeno mostrano senza dubbio che il doomscrolling era piuttosto diffuso già prima della pandemia da Covid-19: questo nasce di pari passo alla diffusione dei social media attuali e alla loro natura di farsi portatori di notizie di ogni genere, spesso senza filtri o senza fonti verificate. Se prima questa tendenza si riscontrava prevalentemente in persone che già soffrivano di ansia o depressione, a partire dal 2020 si è diffusa drasticamente, complice la condizione straordinaria della pandemia da Covid-19 e il suo forte impatto sul benessere psicofisico della popolazione.

A ben veder, si tratta di una tendenza del tutto umana: quando ci ritroviamo in un stato di negatività tendiamo a cercare notizie e informazioni che confermano la nostra visione negativa della vita e del mondo circostante.

Inoltre, il doomscrolling chiama in causa uno delle principali inclinazioni della nostra natura, ossia la curiosità. È proprio quella stessa curiosità che ci spinge a fermarci per osservare un litigio tra vicini di casa o a rallentare quando ci imbattiamo in un incidente stradale per scoprire cosa sia successo, la base del doomscrolling. Imbattersi in un post particolarmente ad effetto o in un titolo eccessivamente drammatico, ci spinge a soffermarci sulla notizia per volerla approfondire.
Tale consapevolezza ha incrementato la tendenza di confezionare contenuti ad hoc, che spingono l’utente a cliccare sul titolo per approfondire la notizia stessa, così da permettere a chi ha pubblicato tale news di collezionare un elevato numero di click, spesso motivati più dall’effetto shock del titolo che dal contenuto della notizia in sé.

una persona guarda il suo smartphone
Il fenomeno del doomscrolling, sebbene sia aumentato dopo la pandemia da Covid-19, ha fatto la sua comparsa già negli anni precedenti, come conseguenza alla diffusione dei social media.

Quali sono i pericoli del doomscrolling?

Il doomscrolling può avere un impatto significativo sulla salute mentale e contribuire all’aumento di ansia, stress, sensazione di impotenza a frustrazione.
Esporsi continuamente a notizie negative influisce inevitabilmente sul nostro umore e, a lungo andare, sul nostro benessere psicologico.

Inoltre, gli studi sul fenomeno, attestano che la maggior parte delle persone si dedica allo scroll compulsivo dei social media sul proprio smartphone proprio prima di andare a letto: esporsi a contenuti iperstimolanti e stressanti rende inevitabilmente difficile il riposo notturno. Ecco perché chi è vittima del doomscrolling riscontra spesso difficoltà a dormire e rischia di sviluppare disturbi del sonno.

Inoltre, come tutte le forme di dipendenza, anche quella del doomscrolling può avere un impatto significativo sulla nostra vita quotidiana: trascorrere molto tempo a consumare notizie negative può distogliere l’attenzione dalle attività quotidiane e ridurre la produttività. Il rischio è che alla sensazione di ansia e depressione causata dalle notizie in sé, si sommino sensi di colpa e frustrazione per l’improduttività causata dal doomscrolling stesso.

Affrontare il doomscrolling per salvaguardare il benessere psicologico

Per poter affrontare questo tipo di tendenza è necessario prima di tutto averne consapevolezza, così da intraprendere delle buone pratiche per contrastarla.

Sicuramente stabilire dei limiti di tempo giornalieri per l’utilizzo dei social media è uno dei primi passi da compiere: esistono app dedicate che possono aiutarci a monitorare questo tempo e a rispettarlo.

Inoltre, iniziare a consultare le fonti così da riconoscere quali notizie sono affidabili e quali no, aiuterà a selezionare sempre di più i contenuti che catturano la nostra attenzione.

In generale, in caso di momenti particolarmente difficili emotivamente o caratterizzati da ansia e stress, è bene evitare di utilizzare in maniera eccessiva il proprio smartphono e concentrarsi su attività concrete e finalizzate al nostro benessere alla nostra serenità mentale.

Il doomscrolling può avere un impatto significativo sulla salute mentale, ma affrontare questa tendenza in modo consapevole è possibile. Trovare un equilibrio tra rimanere informati e preservare la propria salute mentale è fondamentale per utilizzare i mezzi digitali con consapevolezza e non cadere nelle trappole delle fake news o degli “acchiappaclick”.

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