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Meme e psicologia: un’analisi del fenomeno virale

I meme, le immagini buffe e divertenti che spopolano sui social media, sono un fenomeno di comunicazione di massa estremamente rilevante nella società contemporanea. Il loro successo è in parte dovuto al fatto che toccano aspetti profondi della psiche umana, come l’esigenza di appartenenza a un gruppo e il bisogno di evasione dalla realtà. In questo articolo analizzeremo il rapporto tra meme e psicologia, cercando di comprendere perché queste immagini hanno un tale impatto emotivo e cosa ci dicono delle tendenze culturali odierne.

Perché i meme hanno successo

Uno dei motivi per cui i meme diventano così virali è che soddisfano il bisogno umano di sentirsi parte di una comunità. Quando condividiamo o commentiamo un meme, stiamo implicitamente segnalando la nostra appartenenza a un gruppo con interessi e valori condivisi. I meme fungono da “segnale di riconoscimento” tra membri della stessa “tribù” online. Questo aspetto è particolarmente importante per i giovani, che usano i meme come “linguaggio segreto” degli adolescenti.

Inoltre, molti meme hanno successo perché permettono una valvola di sfogo emotivo. Attraverso l’ironia e l’umorismo, consentono di esprimere paure, frustrazioni e disagi interiori che altrimenti sarebbe difficile comunicare. Questa dimensione liberatoria e catartica è una componente psicologica fondamentale dell’appeal dei meme.

Meme come specchio della società

I meme più popolari riflettono spesso temi e preoccupazioni chiave del momento storico. Ad esempio, molti dei meme virali durante la pandemia da Covid-19 riguardavano il lockdown, la didattica a distanza o il lavoro da casa. In questo senso, i meme offrono una fotografia in tempo reale del “sentiment” collettivo, diventando una forma di cronaca sociale.

Analizzare le tendenze nei meme popolari può dirci molto su ciò che sta accadendo nella psiche di una società. Ad esempio, il proliferare di meme legati all’ansia o alla solitudine può indicare un malessere diffuso, mentre la viralità di meme motivazionali può riflettere un bisogno di ottimismo. Per psicologi e sociologi, dunque, i meme sono una preziosa fonte di indagine sulla mentalità corrente.

Meme come terapia

Per alcuni individui, la creazione di meme ha un effetto terapeutico. Inventare meme ironici sui propri problemi permette di affrontarli con leggerezza, creando empatia negli altri. Per chi soffre di ansia o depressione, i meme possono essere un modo per elaborare pensieri negativi, esorcizzarli con l’umorismo ed entrare in contatto con persone che affrontano le stesse difficoltà.

In diversi forum e gruppi online, gli utenti usano consapevolmente i meme come forma di supporto emotivo reciproco. In questo caso, condividere le proprie esperienze traumatiche o stressanti sottoforma di meme aiuta ad alleviare il senso di isolamento. Si crea così un ambiente accogliente in cui le persone si comprendono e si sostengono attraverso l’umorismo autoironico.

Controversie etiche

In un’epoca in cui l’umorismo digitale e i meme vanno per la maggiore, emergono dibattiti etici significativi. I meme, pur essendo veicoli di successo per l’espressione creativa e la satira, si trovano al centro di controversie quando diventano strumenti per la diffusione di notizie false, insulti o addirittura incitamenti all’odio. I meme a sfondo politico, in particolare, sono frequentemente al cuore di accese dispute, avendo la tendenza a fomentare sensazionalismo e a intensificare la divisione tra le fazioni ideologiche.

Al di là della sfera politica, molti meme si avvalgono di stereotipi basati su razza, genere o si avventurano in territori delicati quali le malattie mentali e le disabilità. Ciò solleva questioni morali rilevanti: in quale momento l’umorismo sfocia in un dileggio che può risultare nocivo verso determinate fasce sociali? La rapidità con cui i meme si diffondono impone agli utenti un approccio più consapevole e ponderato, affinché si consideri l’effetto che questi possono esercitare. La rete, infatti, non è un palcoscenico privo di conseguenze, e la sensibilità collettiva nei confronti di questi temi è in continuo mutamento, richiedendo una riflessione approfondita sulla responsabilità individuale nell’uso di questi potenti strumenti comunicativi.

Dipendenza da meme

Per alcune persone, la compulsiva condivisione di meme può trasformarsi in una vera e propria dipendenza, che somiglia alle dipendenze da social media e da cellulare. In questi casi, l’individuo dedica moltissimo tempo alla ricerca e creazione di meme, trascurando altri interessi e relazioni. Si riscontra spesso ansia e noia quando non si ha accesso ai meme.

Gli psicologi attribuiscono questo fenomeno al “desiderio innato di appartenenza” soddisfatto dai meme, nonché alla gratificazione immediata che deriva dalle reazioni positive degli altri quando si condividono meme divertenti. Per curare la dipendenza da meme sono necessari tempo lontano dagli schermi e impegno in attività significative nel mondo reale.

Interpretare i meme

Sembrano essere un fenomeno inarrestabile, i meme, riflettendo le nostre dinamiche interne sia personali che collettive con una persistenza che segna profondamente l’identità culturale dei nostri tempi. È forse giunto il momento di affinare la nostra capacità di apprezzarli, esercitando un’attitudine più consapevole e critica, senza lasciarci sottomettere dalla loro rapida propagazione nelle nostre reti sociali.

L’osservazione attenta dei meme può infatti fungere da lente attraverso cui osservare non solo il tessuto sociale che ci circonda, ma anche la nostra psiche collettiva; essi sono un barometro delle correnti umoristiche, politiche e sociali che attraversano la società. Un’analisi più profonda di questo fenomeno può essenzialmente agire come chiave interpretativa, offrendoci strumenti per decifrare l’ambiente culturale in cui viviamo. Potrebbe anche interessarti: Revenge Porn e conseguenze psicologiche

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