l mio vuole essere un tentativo, ancora non soddisfacente, di capire come pensa un soggetto con Disabilità Intellettiva. L’ipotesi da cui parto è che un deficit cognitivo, a prescindere dalla sua etiologia, inneschi un disturbo relazionale molto precoce. Come osserva Sorrentino (2006) un bambino ammalato è meno abile nell’attivare le risposte di attaccamento alla madre e una madre preoccupata non è sempre in grado di rispondere alle richieste del suo bambino in modo sereno; ciò introdurrà, inevitabilmente, modalità disorganizzate nell’attaccamento. La presenza di fattori sociali, psicologici, genetici e gli stessi interventi riabilitativi contribuiranno a modificare negli anni successivi questa primitiva distorsione, modellando così il quadro clinico.
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