I pensieri positivi sono ben più importanti di quanto si potrebbe credere. Alzarsi dal letto con la mente colma di buone idee, positive e stimolanti può fare la differenza nell’approccio alla nostra giornata. Tra il risveglio e la colazione, non dimentichiamo che siamo i primi sostenitori di noi stessi. In lingua inglese, si usa il modo di dire embracing the day, traducibile in italiano con abbracciare la giornata, per indicare quale dovrebbe essere il giusto atteggiamento da tenere ogni mattina. Iniziare il dì con un pensiero positivo e portarlo avanti fino alla sera è il segreto per vivere al meglio il nuovo giorno, nelle ore in cui siamo attivi. Per dirlo con il Dalai Lama:
“Un solo, piccolo pensiero positivo, al mattino, può cambiare l’intera giornata.“
Legg
Pensieri positivi e frasi motivazionali per una buona giornata

Quando si prospetta davanti a noi una giornata negativa, complicata, o non particolarmente brutta ma verso la quale abbiamo comunque un pessimo approccio (capita spessissimo: è lunedì? Rientriamo dalle vacanze? Ci sono questioni che ci turbano?) i concetti di performance e produttività ci allontanano da noi stessi, snaturandoci. In queste situazioni dovremmo sforzarci di dialogare con il nostro cuore, tranquillizzarlo e motivarlo, grazie a pensieri positivi e frasi motivazionali. Secondo Jack Kornfield, esperto in meditazione vipassana, bisogna intavolare un canale di comunicazione diretto con il nostro cuore. Trattiamolo come fosse un buon amico, si tratta di un’arte essenziale. Troppo spesso la trascuriamo, perché siamo così presi da faccende e preoccupazioni che non dedichiamo neanche un secondo a questo dialogo con noi stessi. Kornfield ci ricorda che non dobbiamo mai dimenticarci di:
“Trovare il tempo di dialogare con il cuore.”
Il principale nemico della positività, naturalmente, è il dolore. È però possibile far convivere le due cose ed evitare di vederlo come un avversario impossibile da sconfiggere. Chi è più sereno è capace di pensare a momenti positivi anche quando soffre. Ce lo ha insegnato Michela Murgia. La scrittrice ha raccontato la malattia che poi se l’è portata via nel suo ultimo libro, Tre ciotole. Lo ha fatto con onestà e una serenità d’animo quasi spiazzante, e difficile da capire, se si pensa alla battaglia che stava affrontando mentre scriveva. Eppure, ha smantellato la retorica del dolore e del male come qualcosa da sconfiggere. Il corpo malato non è un campo di battaglia, ma di accoglienza ed accettazione.
“Il cancro non è una cosa che ho. È una cosa che sono. Me l’ha spiegato bene il medico che mi segue, un genio. Gli organismi monocellulari non hanno neoplasie. Alla stessa maniera, però, non scrivono romanzi, non imparano le lingue, non studiano il coreano. Il cancro è un complice della mia complessità, non un nemico da distruggere. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa.”
Per tutte quelle volte in cui il nostro corpo chiede aiuto e ci troviamo ad affrontare un’esperienza di dolore e di malattia più grande di noi, ripensiamo alla frase dell’autrice sarda:
“Il dolore richiede accettazione. Non è qualcosa da sconfiggere per forza.”
Accettarsi e accontentarsi
La poetessa Rupi Kaur ha intitolato un suo libro:
“Il mio corpo è la mia casa.”
In questa osservazione c’è una grande verità: il nostro corpo è il nostro tempio. Non umiliamolo in virtù di apparenze effimere e ricordiamoci che è il luogo più sicuro che abbiamo a disposizione. Ciò ci renderà più felici. E la felicità è proprio quel di cui stiamo parlando, uno stato d’animo di leggerezza e serenità che può accompagnarci durante l’intera giornata, se glielo consentiamo. Come ci ricorda Kurt Vonnegut:
“Quando siete felici, fateci caso.”
Non occorre molto per sentirci bene. Pressoché tutte le risorse che ci occorrono sono dentro di noi, dobbiamo solamente imparare a riconoscerle. Il noto Osho riflettava in questo modo:
“Non bisogna conseguire nulla di nuovo. Dobbiamo solo scoprire, svelare e schiudere quella che è già la realtà.”
Pensieri positivi e mindset
Dostoevskij era invece più indirizzato al senso della vita, e consigliava ai suoi lettori di inseguire e ricercare le loro passioni:
“Giacché il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere.”
La filosofia del pensiero positivo sostiene che la mente possa ottenere tutto quel che desidera. Naturalmente non è così ma è indubbio che la nostra predisposizione mentale definisca chi siamo e come si componga la realtà con cui ci rapportiamo.
“L’atteggiamento mentale è qualcosa che possiamo controllare direttamente. Possiamo usare l’autodisciplina fino a creare un atteggiamento mentale positivo. Esso attrae verso di noi tutto quello che ci rende quel che siamo.”
Per orientarci in questa direzione, riflettiamo sulle parole dell’imperatore romano Marco Aurelio:
“Quando ti alzi al mattino, pensa a quale prezioso privilegio sia essere vivi: respirare, pensare, provare gioia e amare.”
I romani erano tutti piuttosto orientati alla positività nell’umiltà. Secondo la loro riflessione, non occorreva molto per essere felici e questo approccio ultrapositivo può davvero insegnarci molto. A detta di Seneca:
“Impara a piacere a te stesso. Quel che tu pensi di te è molto più importante di quello che pensino gli altri.”
Leggi anche: “Exergames, i videogiochi che promuovono l’attività fisica“