Vaso di Pandora

Aspettative genitoriali: affrontare sfide e desideri

Il giudice più severo per un genitore, si sa, è sempre il proprio figlio, solo che spesso ci si dimentica di quanto difficile possa essere ricoprire questo ruolo, ed è per questo che le aspettative dovrebbero essere decisamente più ridimensionate, da ambedue le parti. Quando si concretizza l’idea di diventare genitori, si viene automaticamente assaliti da milioni di domande, alle quali difficilmente riuscirete a dare una risposta, eppure, fra tutte, la più difficile da digerire è sempre e soltanto una: “sarò all’altezza?”.

Partendo da questo presupposto, sarebbe preferibile iniziare a metabolizzare il pensiero secondo cui un genitore, a prescindere da quello che farà e da ciò che insegnerà, per il proprio figlio sarà sempre il migliore fra tutti e non c’è niente o nessuno di più importante di cui interessarsi, se non delle sfide che quotidianamente si presenteranno. Motivo per il quale, le aspettative molto spesso deludono, ma semplicemente perché magari la realtà è diversa da come ve l’eravate immaginata. E così, non potete fare altro che accettarla e imparare a conviverci, con l’unico scopo di preservare la felicità della vostra piccola o grande famiglia. 

Cosa fare con le aspettative?

Gli esperti dicono che le aspettative, in un genitore, nascono ancor prima del figlio. Probabilmente la causa è da ricercare nel periodo di gravidanza: è questo il primo momento in cui si consumano i dubbi primordiali e le conseguenti perplessità sul ruolo del genitore, oppure madre e padre cominciano a metabolizzare l’idea che la loro vita dalla data presunta del parto cambierà definitivamente e che, in effetti, non si potrà più tornare indietro. Sebbene si tratti di momenti felici mixati a circostanze di difficoltà e fragilità, è questo il perfetto ritratto dell’aspettativa genitoriale sul figlio immaginario.

Eppure, basterebbe fermarsi un attimo a pensare che in realtà, non c’è niente di più bello che vivere la vita così per come accade. Le aspettative svolgono funzioni ben precise, come quella di preparare la persona ad una certa situazione che potrebbe verificarsi, rendendola più attiva ed efficace nella risposta all’evento. Ma nel caso dei genitori, le stesse aspettative assumono significati diversi, decisamente più negativi: ecco perché: 

  1. Non consentono di agire rispondendo alla sfida reale che il figlio pone al genitore; 
  2. Non favoriscono la conoscenza del proprio figlio per quello che è realmente; 
  3. Impediscono di trovare nuove soluzioni, reiterando comportamenti inutili che nuocciono alla crescita non solo del figlio, ma del genitore stesso. 

Quindi, al netto di quanto sopracitato, sarebbe il caso di allontanare ogni minima aspettativa su sé stessi, e sulla relazione con il proprio figlio, così da vivere quotidianamente ogni avvenimento per come naturalmente si presenta. 

Sfide e desideri contro le aspettative

In psicologia, con il termine aspettativa si fa riferimento a tutte quelle possibili proiezioni che inconsciamente un essere umano può attribuire a qualcun altro come proprie convinzioni, percezioni, esperienze e pensieri. E non c’è niente di strano se questo passaggio avviene così frequentemente tra genitori e figli. Il problema, tuttavia, è che i genitori molto spesso si lasciano sopraffare dalle proprie esperienze di vita, tali da autoconvincersi del fatto che il figlio, bene o male, sarà tale e quale a sé. Eppure, sebbene in alcuni casi, per lo più sporadici, è possibile che questo si verifichi realmente, nella restante percentuale, avviene proprio il contrario. È tutto frutto dell’incompatibilità che da sempre esiste tra le sfide che si presentano che magari non erano previste, e né più di tanto quindi attese, e i desideri di ogni genitore verso tutti gli spunti di crescita e realizzazione del proprio figlio. Per esempio, se un padre è tifoso del Milan, allora ci si aspetta che lo sarà anche suo figlio. Oppure, se una madre a scuola è sempre stata la prima della classe, o all’università ha perseguito gli studi in lettere classiche, di conseguenza ci si aspetta che anche suo figlio seguirà le sue orme.

La verità è che ogni genitore vorrebbe evitare al proprio figlio di vivere situazioni poco felici che invece ha dovuto subire, soprattutto in età adolescenziale, ma spesso ci si dimentica che essendo persone diverse, sarà differente anche il modo di vivere determinati eventi. Pertanto, non è altrettanto certo che gli inconvenienti e i dispiaceri siano universali per tutti. 

L’importanza dei feedback positivi e negativi dal mondo esterno 

Le aspettative genitoriali riposte nei propri figli sono importanti perché scandiscono anche il loro percorso di crescita. E se non le si bilancia, l’interazione tra il mondo esterno e quello interno, definito dalla propria famiglia e dalla pressione sociale, potrebbe riscontrare delle interferenze. In che modo?

  • Reprimendo emozioni e desideri, per sopraelevare il soddisfacimento delle aspettative dell’adulto che in quel momento le proietta, così da poter essere meritevole ai suoi occhi e di conseguenza ai miei;
  • Prestando più attenzione alla performance e meno all’acquisizione di competenze, secondaria rispetto all’ottenimento di un bel risultato. Qualora il feedback dovesse essere negativo, allora si sentirà alienato e di aver fallito.

Ne deriva, dunque, che uscire dal circolo vizioso dei desideri riversati sui propri figli è possibile, ma richiede tempo, pazienza e perseveranza. Ammettere a sé stessi che un figlio non per forza debba seguire le orme dei genitori è il punto di partenza per alleggerire il fardello delle aspettative e cominciare finalmente ad affrontare le sfide della quotidianità. 

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